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Fine dell’emergenza i comuni pagano il conto

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Approvato dal consiglio dei ministri il decreto che mette la parola fine all’emergenza rifiuti. Ma la «normalità» che aspetta i Campani non sarà, a quel che pare, tutta rose e fiori. Il testo che andrà al presidente della Repubblica non è ancora stato reso pubblico, ma del suo contenuto ha parlato al termine della riunione in una conferenza stampa il sottosegretario Guido Bertolaso annunciando la fine dell’emergenza. E molto altro è emerso nel corso della giornata. Voci sulle quali si sono alternate conferme e smentite. I punti più delicati: il saldo dei debiti accumulati, sui quali nei giorni scorsi c’è stato il pressing della Regione, e il pagamento del termovalorizzatore di Acerra; il futuro dei dipendenti dei consorzi di bacino; il decollo delle previste società provinciali. Cominciamo da quello che i Comuni debbono alla struttura del sottosegretariato: le somme saranno recuperate direttamente alla fonte, riducendo i trasferimenti erariali. Saranno trattenuti soldi dall’Irpef e dal gettito delle imposte sulle assicurazioni automobilistiche. È facile ipotizzare che per far quadrare i conti gli enti locali saranno costretti ad alzare le imposte. Non basta: molti Comuni hanno accumulato debiti anche nei confronti dei consorzi.Se non si arriverà alla transazione i presidenti delle province dovranno nominare dei liquidatori per accertare debiti e crediti accumulati. E anche in questo caso si parla di cifre da capogiro: più di 150 milioni di euro. C’è poi un altro capitolo doloroso: il buco nei conti dei commissariati che si sono succeduti e che supera il miliardo di euro: il compito di accertarli andrà alla struttura stralcio che dovrà poi liquidare i creditori privilegiando quelli che hanno bisogno dei soldi per pagare i contributi dei lavoratori. Tutti gli altri resteranno in fila e saranno pagati (a partire dai crediti più vecchi) a mano a mano che si renderanno disponibili le risorse. Fino alla fine del 2011 non saranno possibili ricorsi all’autorità giudiziaria. Il termovalorizzatore di Acerra è stato valutato 370 milioni di euro (ma il valore scenderà se non saranno rispettati i parametri prodittivi) ed entro il 31 dicembre 2011 sarà trasferito o alla Regione Campania o ad altro ente pubblico o alla presidenza del consiglio o a un privato. A Fibe adrà fino a allora un canone mensile di 2 milioni e mezzo che sarà poi detratto al momento del cambio di proprietà dal pagamento finale. Ci saranno adeguamenti dovuti alle eventuali modifiche degli impianti. E veniamo a quello che è il capitolo più controverso: il destino dei dipendenti dei consorzi di bacino. I problemi più gravi riguardano i lavoratori di Napoli e Caserta. Innanzitutto bisognerà definire le reali necessità del cosiddetto consorzione. Secondo le prime stime ci sarebbero 260 persone in più a Caserta e 220 a Napoli. Il loro destino sarebbe estremamente incerto: in un primo momento si era parlato di una deroga al patto di stabilità per permetterne l’assunzione da parte degli enti locali. Ma quest’ipotesi è saltata. Sembra invece che ci sia un fondo Inps, trenta milioni in tutto, al quale attingere per gli ammortizzatori sociali e i corsi di riqualificazione. Un’ipotesi sulla quale, però, si continua a lavorare. Le società provinciali. Per consentirne il decollo è loro assegnata una somma pari a 1,50 euro per ogni cittadino.Subentreranno nei contratti già in corso e gestiranno i nuovi. A loro saranno anche affidati gli impianti che ricadono sul loro territorio con l’eccezione di quelli di selezione e trattamento dei rifiuti di Giugliano e di Tufino che andranno all’Asia. I costi saranno coperti integralmente dalle imposte a carico degli utenti. Se le Province non costituiranno le previste società saranno nominati dei commissari ad acta.



Daniela De Crescenzo
Il Mattino il 18/12/09

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Bertolaso: resto un altro anno alla guida della Protezione civile

«Dopo quindici anni, si chiude lo stato di emergenza in Campania sui rifiuti». Lo annuncia il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in conferenza stampa a palazzo Chigi insieme con il ministro Altero Matteoli, subito dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge ad hoc. «La prima dichiarazione di emergenza – ricorda Bertolaso – risale al febbraio 1994». Con questo provvedimento, continua Bertolaso, si chiude dunque la vicenda con «i vergognosi aspetti che l’hanno caratterizzata in passato», grazie alla realizzazione di discariche e del termovalorizzatore di Acerra. Su quest’ultimo annuncia: «Tra novembre e dicembre sono entrati 12 milioni nelle casse dello Stato grazie alla produzione di energia elettrica». Guido Bertolaso firma il decreto che restituisce agli enti locali la responsabilità della gestione dei rifiuti, ma mette le mani avanti. Dopo aver chiesto lo scioglimento di 9 comuni del Napoletano, il sottosegretario precisa: «Se i sindaci non portano a compimento l’attività di loro competenza, bisogna adottare dei provvedimenti, perché non abbiamo la minima intenzione di essere confusi con quelli che per una ragione o per un’altra non tolgono la spazzatura dalle strade. È dunque scorretto sostenere che lo stato d’emergenza non è concluso – insiste – perché lo stato d’emergenza si crea quando non ci sono le possibilità di smaltire, che oggi invece ci sono, non quando bisogna togliere i rifiuti dalle strade». La competenza, ecco la novità, passa alle Province. Assunti tutti i lavoratori degli impianti di Cdr e dei consorzi nelle nuove strutture provinciali. E dal 15 gennaio A2A subentra definitivamente nella gestione del termovalorizzatore di Acerra: Impregilo, invece, si ritira. La storia però continua, da oggi, con un interrogativo: riusciranno gli enti locali a gestire il ciclo dei rifiuti? Lo si capirà in futuro. «La competenza – aggiunge Bertolaso – viene restituita alle Province e verranno assunti tutti i lavoratori nelle nuove strutture provinciali che si stanno già realizzando. Anche il problema dell’occupazione è stato risolto, grazie agli introiti del termovalorizzatore di Acerra che in questi giorni termina il collaudo». Guido Bertolaso, comunque, non lascia e rimarrà a capo del dipartimento della Protezione civile per un altro anno. È lui stesso ad annunciarlo in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. «Resterò fino a un massimo di dodici mesi» afferma, definendo «opportuna questa decisione perché mi consentirà di individuare con il presidente del Consiglio e il governo un vice che mi possa affiancare per poi rilevare la direzione». E i cinque milioni di ecoballe? In Campania saranno smaltiti «nei termovalorizzatori che saranno realizzati (Acerra, Napoli e Salerno). Ci vorranno degli anni – conclude Bertolaso – ma è stata trovata una soluzione reale e realistica». Niente da fare, dunque, per le proposte alternative che erano venute dalla Regione e in particolare dall’assessore all’Ambiente Walter Ganapini.



Il Mattino il 18/12/09

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