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venerdì, Aprile 26, 2024
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CRONACHE METRONAPOLETANE DALLA “NASSYRIA” DI CASA NOSTRA.
L’intervento di Marcello Curzio

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NAPOLI. Come da un copione che si trascina stancamente da anni, basta qualche episodio di cronaca per alzare la febbre nell’area metropolitana partenopea, quella più esposta, unitamente al limitrofo Basso Casertano, a stridenti e pericolose contraddizioni. E così tornano alla ribalta le solite litanie e giaculatorie. Richieste, da sempre, disattese. Come le ragioni dei cittadini che si sentono indifesi di fronte a rapinatori e scippatori che risvegliano un’emergenza che la politica agita troppo spesso solo per fini elettorali. Insomma, c’è poco da stare allegri. La sicurezza in queste nostre città, in questa maledetta periferia a metà strada tra Napoli ed Aversa, è diventata, ancora una volta, terreno di scontro: alle richieste sacrosante e legittime si mescola il protagonismo manicheo e pressapochistico di chi gioca con le parole; altri, invece, cercano il colpo ad effetto ed un paio di colonne nelle pagine interne delle cronache dei quotidiani locali. Se il cittadino va in trincea, i politici vanno in cerca di consenso. Ma la battaglia per una nuova, indubbiamente, migliore qualità della vita non si fa lucrando sulle rendite di posizione offerte dall’emergenza. I nostri comuni del Giuglianese, del Santantimese e dell’Aversano, più che degli sceriffi, hanno bisogno di un piano comune contro la violenza, il degrado, l’abbandono di certe periferie.

Quello che il cittadino non vuole vedere è la vergogna degli edifici abbandonati ricettacolo di sbandati e pusher, gli accampamenti abusivi a due passi dalle abitazioni, dalle scuole, dagli asili e dalle poche fabbriche. Quello che il cittadino chiede è qualche volante in più, poliziotti e carabinieri nelle strade (specie di notte),vie più illuminate (leggi Asse Mediano) e giuste pene contro chi viola la legge.
E’ giusto e doveroso alzare la voce contro l’indifferenza del Palazzo, o meglio dei Palazzi, il lassismo di Governo, Regione, Provincia e Comuni, ma questi nostri centri hanno anche il dovere morale di reagire compatti, senza isterismi, senza cadere nella palude della bassa politica. La battaglia per delle città più vivibili e sicure non ha colori politici: deve essere la battaglia di tutti. Spesso noi amministratori comunali, con tutta la buona volontà di questo mondo, non possiamo farcela da soli. Tra amministrazione pubblica, forze dell’ordine e magistratura l’obiettivo deve essere comune. Serve il rigore contro l’illegalità diffusa, ma anche una politica della accoglienza e della solidarietà, come è stato fatto tempo a Sant’Antimo e Melito. Gli immigrati ci sono. E le Colonne di Giugliano, all’alba, sono una Little Harlem di miseria e disperazione. Così come l’Appia somiglia ad una strada di Soweto. Gli immigrati ci sono e con loro bisogna trovare un sistema di convivenza civile. Con i criminali no. La linea deve essere dura: ma non tocca ai Comuni, tocca allo Stato.

I Comuni, i nostri Comuni, a loro volta, devono combattere, giorno dopo giorno, il degrado urbano, l’Aids che si sta impadronendo della nostra zona. E’ arrivato il momento di portare un po’ del centro anche nelle periferie maledette. Servono attenzione e prevenzione. Per non sottovalutare la situazione. Ma anche per evitare che finita l’ultima, emotiva ondata allarmistica tutto resti come prima.




MARCELLO CURZIO

giornalista professionista

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