La clinica mugnanese, attiva dal 1954 rischierebbe la chiusura. Motivo principale è la mancanza di fondi. Il settore sanitario della Regione Campania ha infatti sospeso, dal giugno scorso, i pagamenti per la nota struttura di corso Italia. Il motivo- come riportato dal Mattino di oggi- consisterebbe nel mancato ampliamento di alcuni ambienti del presidio, come previsto da un legge del 2001, non applicata dalla società, la Hc Italia, che ha in gestione la clinica.
Il direttore sanitario della struttura è riuscito ad oggi a garantire gli stipendi agli oltre 200 dipendenti, complice anche l’aiuto -da lui richiesto- delle banche. Ma da oggi la situazione sembra cambiare e i 220 posti di lavoro sono ormai a rischio, così come le famiglie che da quell’entrata mensile dipendono. Ma la chiusura di Villa dei Fiori costituirebbe un danno anche per le utenze. La struttura, infatti, non si limita nei suoi servizi, alle degenze tipiche di una casa di cura, ma è dotata di pronto soccorso per degenze ordinarie ed a ciclo diurno(day hospital, day surgery). Possiede un notevole raggruppamento di chirurgia generale: chirurgia generale e specialità, ostetricia e ginecologia, oculistica, otorino, urologia. Annovera tra i suoi reparti quelli di medicina generale e specialità, nefrologia medica; terapia intensiva di emergenza, neonatologia, anestesia e rianimazione, videolaparoscopia, anatomia patologica, chirurgia vascolare dell’uremico cronico, autoambulanza, centro alcolisti anonimi, progetto “Sfuma e autoambulanza”. Ha inoltre al suo interno gli ambulatori di otorino ed audiovestibologia, cardiologia, chirurgia, fisiokinesiterapia con piscina riabilitativa, laboratorio analisi, urologia, oculistica con diagnostica sofisticata, radiologia ed ortopedia. Il direttore sanitario Carlo Bruno rimanda però la questione all’amministrazione comunale sostenendo che «non si potrà procedere alla firma dei contratti fino a che la clinica non avrà risolto con l’amministrazione». Ed è ancora dalle pagine del Mattino, nel pezzo sul caso a firma di Monica D’Ambrosio, che l’amministrazione risponde dicendosi pronta a «convocare una conferenza dei servizi per valutare l’ipotesi di apportare una variante al piano regolatore». «Tuttavia- ha dichiarato ancora il sindaco Porcelli al quotidiano partenopeo- i tempi previsti dalla legge non sono certo compatibili con le esigenze dei 220 dipendenti che stanno rischiando il posto di lavoro».