I boss Mallardo e Dell’Aquila verso il 41bis

Due arresti eccellenti. Centinaia di uomini e mezzi coinvolti per la cattura dei due latitanti. Dell’Aquila era ricercato da 9 anni ed era inserito tra i trenta latitanti più pericolosi d’Italia. Ora si trova in carcere, insieme a Feliciano Mallardo, l’altro boss di Giugliano, arrestato poche settimane prima. Entrambi rischiano il carcere duro nel regime del 41bis. Incontri con i familiari registrati e corrispondenza controllata. Isolati dal mondo esterno così da togliere ai due la possibilità di continuare a controllare gli interessi del clan e di gestire dal carcere le loro organizzazioni criminali. Un provvedimento atteso che prevede per i due esponenti della malavita il trasferimento in altri istituti di detenzione, con contatti limitati con altri detenuti, celle singole, niente accesso agli spazi comuni, niente ora d’aria e tutta una serie di restrizioni che impediscono ai detenuti in regime di 41bis di avere contatti con altre persone appartenenti alla stessa organizzazione criminale.
Feliciano Mallardo è il cugino di Francesco e Giuseppe Mallardo, ritenuti i capi indiscussi del cartello criminale giuglianese dei Mallardo e già in carcere. Feliciano è finito in cella a metà maggio nell’ambito delle operazioni “Sfregiato” e “Caffè macchiato”, gli inquirenti avevano scoperto che il clan imponeva ai bar della zona il consumo di caffè prodotto da aziende direttamente controllate dall’organizzazione criminale. Poche settimane dopo è avvenuto l’arresto più eclatante, quello sicuramente più importante ed atteso. A finire in manette è stato Giuseppe Dell’Aquila, latitante dal 2002 e reggente dei clan Mallardo e Contini. Dell’Aquila si nascondeva, così com’era prevedibile, in una villetta a Varcaturo, ben nascosto da fiancheggiatori insospettabili. Conduceva una vita apparentemente normale, si spostava raramente a bordo di un’utilitaria e frequentava solo zone del litorale giuglianese tra Varcaturo e Lago Patria.