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Esplosione nello studio, ferito dentista di Marano

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MARANO. Scoppio causato da una stufa a gas. Locale sventrato, illesi i condomini
Un impianto forse non eseguito a regola d’arte, il gas che lentamente si insinua nello studio di un dentista, l’accensione della stufa a gas metano che provoca la tremenda esplosione. Attimi di terrore ieri mattina, pochi minuti prima delle 11, in un viale privato del corso Amedeo di Savoia, per un episodio che poteva avere conseguenze ben peggiori.
Al piano rialzato del civico 190, nella palazzina a tre piani in cemento armato conosciuta come Villa Torino, una violenta esplosione – dovuta al cattivo funzionamento di una stufa a gas – ha sventrato lo studio dentistico di Patrizio Capuozzo, 49 anni, residente a Marano, che in quel momento si trovava all’interno dello studio e che è stato investito dalla deflagrazione.
Le condizioni del medico, per fortuna, non sono gravi: per Capuozzo, medicato al Cardarelli, venti giorni di prognosi per le ustioni riportate al volto, alle mani e al collo. Solo una robusta dose di buona sorte ha voluto che due finestre del laboratorio fossero aperte, e che l’ambiente non fosse totalmente saturo di gas, altrimenti la deflagrazione avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche. In ogni caso, le attrezzature dello studio dentistico sono andate completamente distrutte, provocando un notevole danno economico al professionista.
L’esplosione non ha provocato ulteriori danni, salvo la rottura di qualche vetro, negli appartamenti vicini. Ma lo scoppio è stato udito da parecchi metri di distanza, provocando il panico tra i residenti della zona. Sul posto, oltre agli uomini della Scientifica per i rilievi di prammatica, è intervenuta immediatamente la squadra del centro storico dei vigili del fuoco, guidata dal caposquadra Saverio Graziano, che in breve ha spento l’incendio.
L’esplosione è avvenuta quando Capuozzo ha acceso la stufa a gas metano. La stufa era stata installata di recente: solo lunedì erano terminati i lavori all’impianto, ieri era la prima volta che la stufa veniva messa in funzione. Il contatore è stato sigillato, il laboratorio sequestrato: gli inquirenti effettueranno ulteriori indagini per stabilire chi ha messo in opera l’impianto e individuare eventuali responsabilità della ditta in questione.
I tecnici della Napoletanagas hanno escluso problemi alla rete esterna per la fornitura del metano, con il quale erano alimentate in passato due stufe tra loro collegate. Secondo la Napoletanagas, le due stufe erano alimentate con un tubo che dal contatore si diramava a «t». Su una diramazione era rimasta la stufa poi accesa ieri, mentre sull’altra – sostengono i tecnici – non era stata impiantata la valvola di sicurezza. E da lì sarebbe fuoriuscito il gas che ha poi provocato l’esplosione, senza che Capuozzo se ne rendesse conto.


Il Mattino 19 febbraio 2004

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