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venerdì, Giugno 21, 2024
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Agguato a Torre Annunziata, ucciso pregiudicato

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GIUSEPPE DI PAOLO


Si torna a sparare a Torre Annunziata. Luigi Annunziata, pregiudicato di 47 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine per una serie innumerevole di reati, è stato ucciso ieri sera, nel tardo pomeriggio, con quella che, a prima vista, sembra essere stata una vera e propria punizione. Annunziata aveva appena aperto la porta di casa ai suoi assassini, quando è stato raggiunto da una serie impressionante di colpi d’arma da fuoco, sparati da distanza ravvicinata. Una esecuzione feroce, precisa, studiata e portata a termine con estrema lucidità. Un omicidio già programmato da tempo, stando alle modalità con le quali è avvenuto.
I killer non ci hanno pensato su due volte a salire le rampe di scale fino al quarto piano, dove Annunziata viveva chiuso in casa, in una palazzina piena di gente, di sabato pomeriggio. Hanno bussato alla sua porta, sapevano benissimo che era in lì. Vi era giunto da pochi giorni, perché raggiunto da un ordine di custodia cautelare da scontare agli arresti domiciliari. Per questo era solo in casa. La moglie e i suoi due figli erano fuori città.
Annunziata ha aperto la porta e non ha avuto neppure il tempo di farlo del tutto. I primi colpi lo hanno raggiunto al torace. Il pregiudicato si è accasciato, mentre il caricatore della pistola veniva svuotato su di lui. Erano le 18.15, quando una segnalazione ha avvertito la Polizia che numerosi spari erano stati sentiti all’interno del Parco Apega, in Via Roma. Quando gli agenti del locale Commissariato, diretto dal primo dirigente Silvestro Cambria, sono giunti sul posto, sull’uscio di casa hanno trovato il corpo riverso, ormai privo di vita, di Luigi Annunziata.
Nessuno ha visto, nessuno ha sentito nulla al parco Apega, in una delle zone più degradate di Torre Annunziata, dove vige la legge della strada, dove la gente è costretta a convivere con la criminalità, dove la camorra regna e controlla. Lì, attraversando un cortile tra scarpe abbandonate e motorini senza targa, lì al quarto piano della terza palazzina a sinistra, dove i nomi sui citofoni sono mezzi cancellati, Luigi Annunziata è stato ucciso ieri sera. Crivellato di colpi.
E la città torna a vivere uno dei suoi incubi peggiori: quello della lotta tra clan per la spartizione, sul territorio, delle attività malavitose. Da quando i suoi boss storici Valentino Gionta e Pasquale Gallo sono stati assicurati alla giustizia, infatti, Torre Annunziata è diventata un po’ terra di nessuno, fronte di guerra per le conquiste di singoli e gruppi sparuti. E, così, di tanto in tanto le armi tornano a fare terra bruciata. Le motivazioni e l’ambiente nel quale l’omicidio di Annunziata sia maturato, tuttavia restano ancora da chiarire per gli investigatori. Ma le indagini sembrano orientate nettamente verso la pista delle attività criminali dell’Annunziata. Il suo fascicolo è pieno di precedenti. Nonostante tutto, però, non vengono abbandonati altri possibili moventi.
Annunziata, in fondo, era considerato dagli inquirenti in pesce piccolo, che difficilmente avrebbe potuto “sgarrare” al punto da meritare il trattamento che gli è stato riservato. E, certo, avranno un bel da fare gli investigatori per dare un nome e un volto a quei killer, forse due, spariti nel nulla, volatilizzati attraverso le scale di quella palazzina che sembra abbandonata, con la gente rintanata in casa, a guardare da dietro le persiane gli agenti della scientifica alla ricerca di indizi utili.

IL MATTINO 22 FEBBRAIO 2004

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