«Mio figlio disabile abbandonato da tutti»

MARANO. «Aiutatemi ad assistere mio figlio, da sola non ce la faccio più». L’appello è di Maria Montefusco, 37 anni, madre di un bambino disabile di sette, che si ritrova a vivere una condizione disastrosa. Abita a Marano, al primo piano di un vecchio stabile in un vicolo di Corso Umberto I e tutte le mattine è costretta a prendere in braccio il piccolo Rosario per accompagnarlo con la propria auto all’elementare «Siani». Due piani con Rosario in spalla e la preghiera che qualcuno l’aiuti. Suo marito fa l’operaio per mille euro al mese e non ha ottenuto i benefici della legge 104 per rimanere a casa tre giorni al mese e sostituirsi alla moglie in questo andirivieni faticosissimo. Se Maria si ammala, il piccolo rimane prigioniero in casa.
Dopo la scuola, dove non ci sono più gli assistenti materiali, Rosario si fa un altro viaggio in braccio alla madre per andare a pranzo e, poi, di nuovo giù per la terapia. Tutta colpa delle barriere architettoniche dello stabile. «Mi hanno detto di inoltrare la richiesta alla Regione – dice – ma la cosa più semplice è cambiare casa, anche perché qui non ci sono abbastanza spazi per far muovere Rosario con il girello».
La famiglia Guadagno ha messo in vendita l’appartamento, ma per acquistarne una più grande, magari con l’ascensore e con un bagno senza scalino, dovrebbero accollarsi un mutuo che però non possono permettersi. Maria vuole scrivere anche al presidente Ciampi per sollecitare l’intervento dello Stato. Per l’assistenza in classe, invece, la competenza è passata alla Provincia, mentre per il trasporto ai centri di riabilitazione ci sono solo tre pulmini. «Con le risorse che abbiamo a disposizione facciamo quello che possiamo – dice Antonio Menna, assessore alle Politiche sociali- Se avessimo più trasferimenti dallo Stato, potremmo garantire un maggior numero di servizi a un maggior numero di persone».

TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 27 FEBBRAIO 2004