Un ampio incendio è divampato in una fabbrica di fuochi d’artificio, che si trova in via Santa Maria a Cubito, a Giugliano, nel Napoletano. Secondo le prime testimonianze, prima che divampassero le fiamme è stato sentito un forte boato provenire dall’interno dello stabilimento. Sul posto sono giunti i carabinieri e i vigili del fuoco. Il bilancio finora accertato è di cinque morti e due feriti. La fabbrica appartiene alla famiglia Vallefuoco.
Le persone decedute, secondo quanto si è appreso, erano tutti addetti della fabbrica di fuochi artificiali, peraltro munita di regolare autorizzazione. Si tratta di due titolari dell’azienda Antonio e Giuseppe Vallefuoco, titolari della fabbrica, e Cristoforo e Antonio Lieto, parenti di Salvatore Lieto, di 51 anni, anch’egli morto il 30 agosto 2002 a causa dell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio a Visciano, nel napoletano. Del quinto deceduto si conosce, al momento, solo il nome di battesimo, Carmine. Nello scoppio sono rimasti invece feriti altri appartenenti alla famiglia Vallefuoco. Uno di questi, Romualdo Vallefuoco, 28 anni, è in gravi condizioni ricoverata nel reparto grandi ustionati dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli.
L’esplosione ha raso al suolo i cinque piccoli edifici che costituivano la fabbrica: si tratta di casettine una distante dall’altra come è consuetudine in questi casi proprio per ridurre i rischi in caso di deflagrazione. Il boato è stato avvertito anche nei comuni limitrofi alla zona dell’esplosione, un’area in aperta campagna alla estrema periferia di Giugliano al limite della provincia di Caserta. Nella fabbrica lavoravano complessivamente otto o nove persone. Ancora da accertare le cause dello scoppio. Sul posto continuano a giungere i familiari delle persone che lavoravano nella fabbrica, in cerca di notizie certe sui loro congiunti.