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Marano. L’assessore Salvatore De Stefano interviene sulla questione «Assegni di cura»

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Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa dell’assessore alle politiche sociale del Comune di Marano, che è intervenuto per chiarire la questione “assegi di cura” sollevata da un quotidiano locale di Marano. Di seguito il contenuto della sua nota: E’ stato recentemente pubblicato su un organo di stampa multimediale a carattere locale, un articolo riportante notizie del tutto infondate, concernenti l’erogazione dell’assegno di cura a malati non autosufficienti. Poiché tali notizie, ingenerano erronee convinzioni sulla gestione delle risorse assegnate per la realizzazione dei pp.ss. di zona, l’Amministrazione intende fornire alcune precisazioni al fine di precisare il reale scopo dell’articolo stesso, non finalizzato ad un servizio di buona informazione ma, con ogni probabilità, di capziosa ed inutile disinformazione.

Anzitutto l’articolo sostiene che l’Ambito territoriale N 15 «ha ricevuto – alla luce del decreto dirigenziale 884 della Regione – fondi per 968 mila euro per il cosiddetto assegno di cura … per alcune gravi patologie cronico-degenerative non reversibili».

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Ove il redattore dell’articolo avesse realmente letto, e se ne avesse compreso il contenuto avrebbe certamente rilevato che il decreto del Dipartimento Istr., Ric., Lav., Politiche Cult. e Soc. n 884 del 29/09/2014 dall’ oggetto “Riparto FNA 2013 e Fondo Regionale 2014 -Indicazioni operative assegni di cura – II annualità II PSR”

  • Determina l’importo per le non autosufficienze, costituito dal FNA e dai fondi regionali, assegnato all’ambito in € 565781,85
  • il citato decreto, altresì, al punto d del dispositivo afferma «di vincolare una quota minima del 30% delle somme assegnate a ciascun Ambito alla realizzazione di interventi domiciliari a favore di disabili gravissimi ovvero “persone in condizione di dipendenza vitale da assistenza continua e vigile 24 ore su 24” ex art. 3 del D.M. 20.3.2013»

al punto e prevede «che gli interventi domiciliari siano attuati in via preferenziale attraverso l’erogazione di assegni di cura».

Da tanto consegue che all’Ambito n 15 è assegnata la somma di € 98296,33 (in quanto l’assegno di cura è finanziato con il solo FNA) e non 968 mila euro, e che tali somme vanno utilizzate per la “realizzazione di interventi domiciliari” e che tali interventi siano attuati “in via preferenziale” attraverso l’erogazione di assegni di cura.
Il macroscopico errore di riportare, in un articolo di stampa, che a Marano sono stati assegnati 968 mila euro invece dei 98 mila per gli assegni di cura avrebbe potuto essere evitato con un minimo di attenzione.

Con quel minimo di attenzione richiesta agli organi di stampa avrebbe, poi, lo stesso redattore – laddove avesse letto anche l’allegato A al citato decreto dirigenziale n 884/2014 — rilevato che la programmazione dell’intervento per l’erogazione degli assegni di cura si attua con il piano di zona sociale; detto piano è adottato – tenute presente tutte le esigenze e le priorità manifestate dal territorio – dal coordinamento istituzionale dell’Ambito il quale, proprio sulla scorta delle esigenze del territorio manifestate ai servizi sociali dell’Ambito ha ritenuto di assegnare agli assegni di cura la somma di € 58800 e di utilizzare la differenza per fornire assistenza domiciliare agli interessati.

Non pago, comunque, della disinformazione compiuta il redattore continua la sua opera denigratoria affermando che sebbene «indipendentemente dalle condizioni economiche dell’assistito e del suo nucleo familiare, la quota di assegno è definito in euro 700 mensili per la durata massima di 12 mesi», «accade che il suddetto Ambito e l’assessorato preposto …indichi nella domanda da dover presentare …. anche la richiesta di un’ attestazione Isee» e, a tal fine consulta anche una tal Monica DI MARO che il redattore qualifica come “esperta del ramo e in passato collaboratrice del Comune di Marano”.

Pur volendo prescindere dalla considerazione che non è dato conoscere in che data, per quanto tempo, in che ruolo e presso quali uffici tal Monica DI MARO avrebbe collaborato con il Comune, anche in tal caso l’affermazione risulta frutto di mancata conoscenza.

Il già citato allegato A “indicazioni operative per l’erogazione di assegni di cura ii annualità del p.s.r.” al decreto n 884 precisa che “Gli assegni di cura, possono essere erogati nell’ambito di progetti personalizzati sociosanitari di “Cure Domiciliari” definiti dalle U.V.I. Distrettuali, sulla base di una valutazione multidimensionale del bisogno assistenziale effettuata mediante le schede S.V.A.M.A. e Svamdi; lo stesso allegato inoltre – come correttamente riportato nell’articolo senza che, probabilmente, il redattore ne abbia compreso realmente il significato – afferma che “Per il 2014, indipendentemente dalle condizioni economiche dell’assistito e del suo nucleo
familiare, la quota di assegno è definita in E. 700,00 mensili e la durata in massimo 12
mesi”.

L’attestazione ISEE da allegare, quindi, consegue proprio a tali linee operative ove si consideri che la scheda SVAMDI istituita con delibera di Giunta Regionale n. 324 del 03/07/2012 è composta da quattro schede tra cui quella C, concernente la valutazione sociale che comprende anche la valutazione della condizione economica.
Sebbene, quindi, l’importo – in caso di concessione del beneficio – resterà fissato in € 700 indipendentemente dal reddito, la condizione economica sarà necessaria per determinare la durata del beneficio.
Appare, infatti, di lapalissiana evidenza che in presenza di un numero di istanze superiori all’importo disponibile, un’equa erogazione dell’assegno potrà avvenire solo graduando opportunamente la durata del beneficio e ciò sarà possibile unicamente valutando il bisogno assistenziale e, quindi, attraverso la valutazione della capacità economica dell’istante
Ed è appunto per tal motivo che le linee operative regionali, mentre determinano l’entità del contributo “indipendentemente dal reddito” lasciano all’autonomia discrezionale delle UVI la durata del contributo stesso.

Parafrasando quanto Seneca scriveva nella seconda lettera a Lucilio (rectius: Epistulae morales ad Lucilium, liber II) “hortabatur Lucilium suum ut libros, non multos sed utiles, apud se haberet” è, quindi, il caso di dire che chi ha redatto l’articolo possiede, in materia di assegni di cura, “poche idee ma ben confuse” e, contrariamente allo scopo illuminante che si prefigge la stampa, intende confondere ancor di più coloro che leggono.

Comunicato Stampa
Salvatore De Stefano – Assessore alle Politiche Sociali

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