Oggi è prevista una nuova ispezione a Melito nella casa dei due coniugi uccisi a cava Monticelli il 18 aprile scorso. Ad effettuare i rilievi gli uomini della polizia scientifica guidati dalla primo dirigente Fabiola Mancone, che cercheranno di prelevare quanti più reperti per evitare che il tempo trascorso dal delitto possa alterare prove fondamentali per risalire alla dinamica che ha portato alla morte violenta del tassista Luigi Simeone e di sua moglie Immacolata Assisi.
Come si evince dalle carte della Procura di Napoli Nord, riguardo alle motivazioni che henno portato all’arresto del 27enne Antonio Riano, quest’ultimo dopo l’omicidio dei coniugi Simeone, si sarebbe diretto verso l’abitazione dei due al terzo piano del “Complesso Le Colonne” di Melito, rovistando nell’armadio della stanza da letto della coppia e nella cameretta attigua. I rilievi fatti dagli uomini diretti dal primo dirigente del commissariato di Giugliano, Pasquale Trocino, hanno notato subito quali erano i movimenti del presunto assassino nell’appartamento del tassista ucciso. La precisione e la pulizia maniacale con cui era tenuta la casa ha fatto risaltare subito che quattro delle sei ante dell’armadio della camera da letto erano state lasciate aperte ed a terra vi erano alcuni vestiti. Nella cameretta stessa scena, mentre nel lavabo del bagno è stato trovato un piccolo asciugamano macchiato di sangue e le luci erano accese, contrariamente alle abitudini della coppia. Gli investigatori hanno anche trovato, tra i documenti custoditi da Luigi Simeone ed Immacolata Assisi, una polizza stipulata presso un intermediario finanziario con a pegno gioielli e preziosi per un totale di 165mila euro.
