PUBBLICITÀ
HomePoliticaRegionali. Caldoro: «Con la Severino sarà il caos». De Luca: «Vinceremo e...

Regionali. Caldoro: «Con la Severino sarà il caos». De Luca: «Vinceremo e governeremo»

PUBBLICITÀ

«Se dovesse vincere De Luca, la Regione diventerebbe ingovernabile» lo ha detto il presidente uscente della Campania Stefano Caldoro, commentando la possibilità i giudici applichino la Legge Severino nei confronti dell’ex sindaco di Salerno, condannato in primo grado per abuso d’ufficio nel processo sulla nomina del project manager del termovalorizzatore. Il dibattito si è infiammato nel corso del confronto tra i cinque candidati alla presidenza organizzato nella sede regionale della Rai, alla quale però De Luca non ha partecipato, ma la sua replica non si è fatta attendere: «Il premier Matteo Renzi è venuto qui a sostenermi dicendo che chi vince governa, il presidente pro tempore della Regione se ne faccia una ragione», intanto però, negli ultimi giorni, le critiche nei confronti di Renzie e dello stesso De Luca, da parte degli avversari si moltiplicano. Renato Brunetta ha detto che «Renzi dovrebbe vergognarsi per aver avallato la candidatura dell’ex sindaco di Salerno». Mara Carfagna ha ricordato che «l’ex presidente Berlusconi, non si è candidato come capolista in Campania proprio per non incorrere della Legge Severino» e Caldoro ha aggiunto: «Questa situazione di incertezza indebolisce l’immagine della Regione». A fine serata il candidato del centro sinistra ha rincarato la dose: «Caldoro non ha argomenti, per questo motivo cerca di speculare sugli effetti della Legge Severino. Per oltre un mese ha cercato di parlare di problemi concreti, ma non ci è riuscito e dopo aver fallito su tutti i fronti, oggi torna sul suo cavallo di battaglia, quello dell’ingovernabilità della Regione in caso di mia vittoria. Se ne faccia una ragione». Intanto è arrivata la decisione della Suprema Corte, che ha stabilito che la competenza sui ricorsi contro le sanzioni previste dalla Severino non spetta più al Tar, a cui si sono rivolti sia De Luca che De Magistris, ma al giudice ordinario.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ