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domenica, Maggio 5, 2024
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Barzelletta roghi tossici, impegni disattesi e le responsabilità dello Stato a tutti i livelli

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Anche quest’anno se ne riparlerà l’anno prossimo. Le promesse disattese sulla questione roghi tossici sono evidenti quanto i fumi neri che si levano ogni giorno, a qualunque ora, nel nostro territorio. Delle tre questioni riguardanti l’allarme ambientale in quella che è stata denominata ‘terra dei fuochi’ – incendi, ecoballe e bonifiche delle discariche – si è scelto di iniziare da quella forse meno impellente, quello delle ecoballe. La bonifica delle discariche è ancora ferma al palo. La settimana scorsa è arrivata la condanna dei responsabili del disastro ambientale della Resit, eppure il risanamento di quella che è stata definita una vera e propria bomba ecologica tarda ad arrivare a causa di interdittive antimafia, appalti sospetti e la lentezza della burocrazia.

La questione roghi è sull’agenda dello Stato, a tutti i livelli, oramai da più di dieci anni. Basta sfogliare le pagine dei giornali e le dichiarazioni rilasciate da parlamentari, consiglieri regionali e comunali, di ogni partito, per comprendere come il tema sia stato al centro di decine di campagne elettorali e puntualmente disatteso. Finanche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si è pubblicamente esposto promettendo la risoluzione del problema terra dei fuochi.

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LE RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO CENTRALE

Due anni fa approvato il cosidetto decreto sulle emergenze ambientali e industriali che prevedeva una serie di provvedimenti per contrastare i roghi ed avviare la bonifica dei terreni inquinati. A distanza di due anni l’applicazione della legge è ferma al palo, cosi come l’avvio dello screening sanitario gratuito per gli abitanti della terra dei fuochi e la mappatura delle aree agricole inquinate.
L’invio dell’Esercito, prima 100 poi aumentate a 200 unità, in pattugliamento su un territorio vastissimo come le province di Napoli e Caserta sembra più una presa in giro o un modo per dire “avete visto, qualcosa abbiamo fatto”. I militari sono allo sbaraglio, posizionati spesso in luoghi che poco hanno a che fare con la questione terra dei fuochi, senza nessun coordinamento nè indicazione. La decisione di creare l’ennesimo commissario ad hoc non è servita a nulla, se non a individuare in Cafagna l’ennesimo capro espiatorio, così come De Biase sulle bonifiche. Ma se non si dotano queste strutture di uomini e soprattutto fondi necessari per intervenire in maniera massiccia è inutile crearli.

LE RESPONSABILITA’ DELLA REGIONE

Prima Caldoro, poi De Luca hanno fatto della questione ambientale il cavallo di battaglia delle loro agende di governo. Conti alla mano, è facile dire che per ora – almeno sulla questione roghi – la battaglia è persa. In particolare nell’area giuglianese non si è riusciti ad ottenere risultati concreti nè nell’attività di contrasto all’economia sommersa, vero fulcro che alimenta la catena smaltimento illegale-roghi – nè postazioni di vigili del fuoco utili a spegnere i roghi sul nascere, prima che si allarghino sprigionando diossina a iosa. Se da un lato De Luca è riuscito a dare una scossa alla situazione ecoballe, dall’altra sulla questione roghi è in grande difficoltà. Una delle prime dichiarazioni da Governatore rilasciate dal governatore De Luca fu quella di radere al suolo i campi rom abusivi, come se quest’ultimi fossero l’unica causa dei roghi. Non sono non ha mantenuto la sua promessa, ma ha dato il via libera all’ennesimo campo-ghetto in un terreno nella periferia dimenticata di Giugliano, dove sarà impossibile pe la comunità rom integrarsi nel tessuto locale.

LE RESPONSABILITA’ DEI POLITICI LOCALI

I sindaci hanno poteri limitati per frenare da soli l’emergenza roghi, soprattutto quando sono ‘ostaggio’ dell’inefficienza di organi come la città metropolitana e di lacci e lacciuoli della burocrazia. Ma hanno un grosso potere sul decoro della propria città. Costringere la ditta dei rifiuti a rispettare, punto per punto, ciò che è previsto nel capitolato d’appalto e punirla quando non viene rispettato sarebbe di per sè un passo in avanti. L’Amministrazione dovrebbe inoltre esigere il controllo dei punti più soggetti agli sversamenti ed avviare azioni di contrasto agli evasori, comprese le aziende della zona Asi.

LE CHIACCHIERE DEI POLITICI E I CORTEI CHE HANNO STANCATO

E’ stucchevole la capacità della classe politica di fare caciara anche sulla questione roghi. Il M5S, dopo anni di battaglie, è ancora lì a convocare assemblee regionali per definire la strada da percorrere. Intanto a livello locale, attraverso i suoi portavoce, chiede le dimissioni del sindaco Poziello con cui litiga a suon di post un giorno sì e l’altrp pure.
Intanto il sindaco, tornato dalle vacanze Parigine, si è accorto che la sua bacheca era intasata di lamentele ed appelli di cittadini esausti per l’aria irrespirabile. A quel punto ha risposto alle accuse pubblicando in pochi giorni su facebook le foto dei militari e dei cumuli rimossi, quasi come per dire: “Io ce la metto tutta, non è colpa”
Poziello ha annunciato che sono aumentate le pattuglie, l’attenzione ed il coordinamento. Come? Dove? Quando? Poziello ha parlato di “riesplosione” dei fuochi come se il fenomeno si fosse fermato e di regia occulta dietro il fenomeno. Chi sia il regista, però, non è dato saperlo.
Il primo cittadino di Qualiano, intanto, ha lanciato la “meravigliosa”, quanto inutile, idea del lutto per i Comuni della terra dei fuochi. Come se non bastassero le prese in giro, come se i lutti dei nostri amici, dei nostri genitori, dei nostri figli non bastino.
Dall’altro lato la deputata Giovanna Palma, invece di interessare il Governo del problema, non ha perso tempo a sputare veleno sul primo cittadino. Tanto si sa, anche se piove il 25 luglio (ed è accaduto) la colpa per Giovanna Palma è sempre di Poziello.
Intanto in un post su facebook anche l’altra deputata del Pd sul territorio, Michela Rostan, ha scritto su Fb che “Comprendeva tutta la rabbia, l’indignazione di quanti protestano, e giustamente, per i continui roghi che rendono irrespirabile la nostra aria e che non si stancherà mai di combattere questo scempio”. Un post strappalacrime, se non fosse che la Rostan è deputata del maggior partito di maggioranza, lo stesso del suo segretario di partito e premier.
Dei cortei e delle manifestazioni oramai ne abbiamo piena la pancia. Oggi possono correre il rischio di diventare oggi mere passerelle istituzionali. Facciamo caciara, se ne riparla l’anno prossimo.

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