La “donna Imma” del clan
Ascione-Papale doveva morire,
esattamente come la
“donna Imma” della fiction
Gomorra. La realtà della
faida di camorra tra Ercolano
e Torre del Greco supera
la “fantasia” della serie tv
messa in onda da Sky: a svelare
il retroscena-choc è il
super-pentito del clan Birra,
a margine dell’ordinanza di
custodia cautelare con cui il
gip Marcello De Chiara del
tribunale di Napoli ha decapitato
le due cosche in guerra
all’ombra del Vesuvio.
Una guerra costellata di
omicidi e agguati, in un interminabile
botta e risposta
costato la vita a decine di
“soldati”. Tra cui Giuseppe
Infante, cognato del capoclan
Giovanni Birra: un
delitto capace di fare salire
alle stelle la tensione tra i vicoli
della Cuparella, al punto
da convincere il super-boss
a pianificare una vendetta
spettacolare. Perché la convinzione
del padrino era
che a ordinare il massacro
fossero stati Luigi Nocerino
e, appunto, Immacolata
Adamo.
Rivelazioni messe
nero su bianco – già in un
interrogatorio del 4 novembre
2009 – direttamente da
Gerardo Sannino, pronto a
spiegare agli investigatori
le ragioni per cui “donna
Imma” doveva morire. «I
Birra avrebbero avuto il
controllo delle attività illecite
a Ercolano – il senso delle
parole del super-pentito – ma
avrebbero dovuto provvedere
al sostentamento e alle
spese legali per la famiglia
Ascione». Ma “donna Imma”
non era soddisfatta dell’elemosina
– circa 30 milioni
– riconosciuta alla propria
organizzazione criminale:
lo “strappo” avvenne in occasione
della consegna dei
soldi da parte di Antonio
Birra e Salvatore Viola,
quando i due emissari della
Cuparella furono rispediti
a casa dalla moglie del defunto
boss Raffaele Ascione.
Una circostanza capace di
convincere Stefano Zeno
a raggiungere l’appartamento
di lady camorra per
rappresentare i rischi che i
Birra si erano accollati per
racimolare la cifra necessaria
a rispettare i patti. Patti
che, a partire dal giorno del
“gran rifiuto” di Immacolata
Adamo, furono spezzati. Con
la conseguenza che i vertici
della Cuparella provarono
a mettere a punto – senza
mai riuscirci – un piano per
ammazzare “donna Imma”. METROPOLIS
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