Lettere drammatiche. Poche frasi nelle quali Diego Basso, che era da poco passato dalla parte della giustizia, chiede perdono. Ai suoi familiari, alla madre, al padre, a tutta la famiglia. «Adesso staro meglio, la mia infanzia mi ha rovinato ed io non riesco più a vivere. Il “Roma” è entrato in possesso di queste carte ed ha deciso di pubblicarle.
Il tormento di un uomo che prima rettifica quanto ha dichiarato e prima ancora chiede il supporto della famiglia.
Si tratta di Diego Basso ed aveva 48 anni: personaggio di spessore del clan Pesce-Marfella. L’uomo si è suicidato impiccandosi e a nulla sono valsi i tentativi di soccorso prestati dal personale di Polizia Penitenziaria e dal personale sanitario.
Era stato destinatario di un ordine di carcerazione per l’omicidio di Francesco Esposito, morto per mano dei clan del Rione Traiano, venduto dai Marfella di Pianura per un’estorsione in territorio nemico.