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sabato, Maggio 4, 2024
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Condannati gli ultimi tre carcerieri di Gianluca Grimaldi

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GIUGLIANO. Condannati a distanza di venticinque anni. Gli ultimi
tre presunti carcerieri di Gianluca Grimaldi, il figlio
dell’armatore napoletano sequestrato a Posillipo dalla
Nuova Famiglia, hanno incassato ieri la condanna in
primo grado, al termine del processo che si è chiuso
dinanzi alla sesta sezione penale del tribunale di
Napoli. È stato il presidente De Gregorio a comminare
20 anni di reclusione per Giuseppe Mallardo,
presunto boss di Giugliano, e per di Gaetano
Bocchetti, presunto esponente della camorra di
Secondigliano; mentre è stato condannato a diciotto
anni il presunto ras Salvatore Aceto, altro nome da
ricondurre alla confederazione camorristica della
Alleanza di Secondigliano. Una condanna che
conferma la validità di un’inchiesta condotta nel
corso di più di un decennio dal magistrato Giuseppe
Narducci, un tempo in forza alla Dda, oggi inquirente
del nucleo antiterrorismo, che ha tessuto con
pazienza il mosaico investigativo, chiudendo il
cerchio attorno a nomi eccellenti della malavita
organizzata che nel corso degli anni Ottanta ingaggiò
e vinse una spietata battaglia con la Nco di Raffaele
Cutolo. Ed è proprio a quella contrapposizione, che va
ricondotta la decisione di sequestrare il figlio
dell’armatore, con un’azione che fruttò due miliardi
di lire nelle casse della Nuova famiglia, soldi poi
utilizzati per acquistare armi e assoldare centinaia di
operai del crimine nella lotta contro i cutoliani. Le tre
condanne di ieri si aggiungono a quelle dello scorso
anno, firmate dal giudice Palumbo della sesta sezione
penale. Trent’anni a Luigi Vollaro, alias ’o califfo,
trent’anni per Eduardo Morra; trent’anni per Mariano
Cirillo; vent’anni per il boss-pentito Luigi Giuliano,
con una condanna che in quell’occasione raddoppiò
la richiesta del pm della Dda di Napoli Giuseppe
Narducci; 9 anni per l’altro collaboratore di giustizia
Ciro Vollaro, che incassa un anno in meno rispetto
alla richiesta della pubblica accusa. Nessuno sconto,
dunque, nessuna scappatoia, anche se a distanza di
25 anni, in un’inchiesta che viene confermata dal
verdetto di ieri pomeriggio, che chiude il primo grado
di giudizio anche per i tre imputati che avevano
chiesto la sospensione del processo, appellandosi alla
legge Cirami. Unico imputato per il quale invece il
processo è destinato a ripartire dal principio è invece
il presunto boss Francesco Mallardo, la cui posizione
la volta scorsa venne stralciata per l’incompatibilità
del collegio giudicante. Un’inchiesta che, nonostante
il colossale ritardo supera il primo giro di boa, quello
del giudizio di primo grado, che vede confermato il
proprio assunto, fondato sulle dichiarazioni dei
collaboratori di giustizia. È stata infatti la
testimonianza in aula del boss pentito Luigi Giuliano
a dare la stura ad un’istruttoria che sembrava
inceppata: le sue dichiarazioni sono servite a far
scattare condanne esemplari.


[LDG] IL GIORNALE DI NAPOLI 22 DICEMBRE 2005

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