MELITO. La notizia si è diffusa intorno alle 18 di ieri sera. E immediato è partito il via vai di telefonate da Melito a Roma. Solo dopo qualche minuto è arrivato il comunicato del governo: Consiglio comunale sciolto per accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata. Un provvedimento che non sorprende nessuno, nella città attraversata dalla faida di camorra interna al clan Di Lauro e le cui elezioni amministrazioni, secondo quanto accertato dalla procura di Napoli, furono condizionate dalla malavita. Sindaco e assessori si erano già dimessi all’inizio del mese dopo i veleni scoppiati in città sull’avviso di garanzia per il 416 bis al primo cittadino Gianpiero Di Gennaro, Margherita, e il nuovo arresto per Alfredo Cicala, ex sindaco e presidente cittadino della Margherita.
Di Gennaro preferisce non commentare il provvedimento del governo: «Aspetterò le motivazioni prima di rilasciare una mia dichiarazione. Sono curioso di conoscere su quali basi si poggia il provvedimento del Consiglio dei ministri. Certo, è strano che si proceda allo scioglimento di un assise comunale senza neanche l’invio di una commissione d’accesso». Dello stesso parere anche Venanzio Carpentieri, l’ex capogruppo della Margherita al Consiglio di Melito. «Aspettiamo le motivazioni – ribadisce –Fino ad oggi siamo stati abituati a scioglimenti che sembravano dettati da valutazioni politiche piuttosto che da altro. Di certo continueremo a difendere l’onorabilità dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Di Gennaro».
Non la pensano allo stesso modo all’opposizione. «Le elezioni comunali del 2003, durante le quali fu eletto l’ex primo cittadino, furono condizionate dalla camorra – dice Bernardino Tuccillo, consigliere provinciale del Prc e sfidante di Di Gennaro al ballottaggio – La criminalità organizzata ribaltò letteralmente il risultato. L’inchiesta della magistratura e il provvedimento del governo hanno dato ragione alle nostre denunce. Lo scioglimento del Consiglio comunale restituisce la dignità alla città onesta e perbene che si è sempre opposta alla camorra». Di un «provvedimento atteso da tempo» parla anche Tommaso Sodano, il senatore del Prc che ha presentato due interrogazioni parlamentari sul caso Melito.
UF IL MATTINO 23 DICEMBRE 2005