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martedì, Maggio 7, 2024
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L’esultanza dopo l’agguato, poi il racconto col mimo a casa del boss: l’atroce retroscena della morte di Genny

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Esultarono quando videro la sagoma di una persona barcollare e cadere a terra. Furono soddisfatti quando videro un gruppo di una decina di persone disperdersi per la paura, sotto i colpi degli spari – 24 colpi esplosi da tre pistole – con la fuga nei vicoli o dietro le auto in sosta. Poi, una volta al cospetto del boss, i killer mimarono la sparatoria, contenti per aver risposto al fuoco nemico con un morto nel regno avversario. Una scena raccontata dal boss pentito Carlo Lo Russo, che ha ricostruito le fasi decisive dell’agguato costato la vita del 17enne Gennaro Cesarano, consentendo una clamorosa svolta nelle indagini sul delitto consumato il sei settembre del 2015.

Genny non era il bersaglio dell’agguato e non era implicato in vicende criminali. Anzi: fu ucciso per errore, in una sventagliata di colpi finalizzata ad incutere timore nel territorio del boss Piero Esposito (che sarebbe stato ammazzato due mesi dopo, più o meno dagli stessi killer). Ad uccidere Genny furono Antonio Buono, Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto, Mariano Torre, almeno secondo quanto emerge da una misura cautelare firmata dal gip Francesca Ferri. Indagini condotte dai pm Celeste Carrano, Enrica Parascandolo e Henry John Woodcock, sotto il coordinamento dell’aggiunto Filippo Beatrice, la svolta con il pentimento del boss Carlo Lo Russo.

In sintesi, quella notte ci fu un botta e risposta tra due clan in guerra: verso le due di notte, il boss Piero Esposito (con il suo gruppo di killer) andò a sparare (tecnicamente una «stesa») in via Ianfolla, all’esterno dell’abitazione del boss Lo Russo (fresco di scarcerazione). E immediata fu la risposta: sarebbero stati Cutarelli e gli altri a chiedere una reazione a botta calda, con la benedizione del boss e il via libera ad uccidere. Scenario e retroscena a cui la Dda arriva nonostante il silenzio di un intero spaccato metropolitano. Anzi. Con il silenzio degli amici ci Genny, quelli che erano accanto a lui nella sua ultima notte di vita, che fecero perdere le tracce.

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