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Dissesto a Marano: Conclusione-choc dei lavori della Commissione Liquidatrice

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Dissesto finanziario del 1993 : Conclusione-choc dei lavori della Commissione Liquidatrice





MARANO – Il sindaco Bertini: «Per sanare un dissesto, ne provocano un altro: è questa la “devolution”?». «Sembra una commedia dell’assurdo: per sanare i guasti della scellerata politica del malaffare, si sceglie ora di far pagare i danni ai cittadini. Quando i tecnici mi hanno spiegato la situazione, stentavo a crederci: possibile che la Commissione Liquidatrice, non essendo stata in grado di recuperare i soldi del Comune, imponga ora al Comune di incassare somme che non possono più essere riscosse? E come se non bastasse, ci assegna denaro-virtuale e restituisce al Ministero il denaro vero, quello in contanti? Roba da non crederci… Abbiamo già chiesto un incontro al Direttore Generale del Settore Finanza Locale del Ministero degli Interni, il dottor D’Accò, perché se davvero stanno così le cose, significa che lo Stato, per sanare un Dissesto Finanziario, ha deciso di crearne un altro».

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È durissimo il commento del sindaco Mauro Bertini alla paradossale situazione che si è venuta a creare a Marano a conclusione del lungo iter procedurale di risanamento del Dissesto Finanziario. Un meccanismo perverso, ed anche decisioni di dubbia natura tecnico-giuridica, hanno infatti provocato una conclusione incredibile dei lavori della Commissione Liquidatrice: di fatto si impone al Comune di indebitarsi nuovamente per pagare debiti che risalgono agli Anni ’80. E al tempo stesso, si restituiscono al Ministero somme liquide non utilizzate, 2,8 milioni di euro, oltre 5 miliardi delle vecchie lire.

Per districare la vicenda, il sindaco ha chiesto un incontro urgente ai vertici del Ministero degli Interni (dal quale dipendono le procedure di risanamento dei dissesti finanziari) per cercare di trovare una soluzione razionale.

«I Comuni già stanno facendo salti mortali per fronteggiare i ripetuti tagli della legge finanziaria – continua Bertini – e noi stessi stiamo rimodulando il sistema dei servizi fra mille difficoltà. Ora si aggiungono anche gli strascichi di vicende che non ci riguardano e che ci troviamo addosso senza colpe. E questa me la chiamano “devolution”?».




Le fasi di risanamento del dissesto.


La Commissione straordinaria liquidatrice (composta dal dr. Fulvio Genghi, dalla dr.ssa Adriana Orefice e dal prof. Eduardo Ieno) si insediò nel 1993. Compito specifico era l’accertamento dei debiti e dei crediti del Comune di Marano esistenti alla data del 31 dicembre 1991, sulla base del ricorso alla normativa sul Dissesto finanziario adottata dai Commissari prefettizi che reggevano le sorti dell’ente locale dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche avvenuto nel 1991. Per cinque lunghi anni, il Comune ha sopportato la politica di rigore prevista dalla legge, limitando la spesa e sospendendo il ricorso ai mutui. Poi, dal 1998, la ripresa della normale gestione amministrativa che, con oculate scelte, ha permesso di avviare la ricostruzione di un sistema di servizi ed opere pubbliche.
E a conclusione del lungo iter, durato circa 10 anni, sono stati pagati dalla Commissione tutti i creditori che erano già stati ammessi al passivo per l’intero importo.
Al Comune, invece, sono stati trasferiti circa 16 miliardi delle vecchie lire (7,8 milioni di euro) di “massa attiva” che dovranno servire per finanziare i debiti non ancora pagati dalla Commissione e per i quali pendeva ricorso presso il Ministero degli Interni da parte degli interessati: 4 milioni di euro sono in contanti, ma – e qui c’è il paradosso – ben 3,8 milioni di euro sono costituiti da “residui attivi”, cioè da somme che il Comune dovrebbe riscuotere dai propri debitori per pagare i creditori. Si tratta però, in buona parte, di somme che la stessa Commissione Liquidatrice non è stata in grado di riscuotere negli anni e che ormai non potranno più essere riscosse (ad esempio, le bollette idriche relative agli anni 1988-91). La conseguenza è che, quindi, il Comune di Marano dovrà oggi ulteriormente indebitarsi per fronteggiare le richieste dei creditori e per responsabilità altrui stratificate nel tempo.
In effetti, nel corso dei 10 anni di lavoro della Commissione, si sono conclusi diversi procedimenti giudiziari che hanno modificato nei fatti la massa passiva: si tratta di debiti che gravano sul Comune per vicende relative allo stesso periodo di tutti gli altri debiti, che hanno le stesse caratteristiche e gli identici presupposti giuridici, ma per i quali – alla data del 31.12.1991 – erano stati formalizzati ricorsi ed adottate procedure giudiziarie che hanno avuto tempi più lunghi. Proprio negli ultimi mesi, sono passate in giudicato sentenze che condannano il Comune a pagare oltre 4 milioni di euro e che quindi potevano essere inserite nel piano: la Commissione, invece, non ha voluto inserirli, nonostante vi fosse la disponibilità finanziaria, comunicando con nota 3637 del 18 novembre scorso, “l’indisponibilità a rivedere il piano” pur se previsto dalla normativa vigente. Ma l’aspetto che più lascia perplessi e che ha il sapore della beffa è che, a conclusione dei lavori, la Commissione Liquidatrice ha riversato al Ministero ben 2 milioni e 700mila euro “in contanti”: in pratica ha restituito denaro liquido ed ha rifilato al Comune denaro “virtuale”.


Ufficio Stampa del Comune di Marano – 29 novembre 2002

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