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venerdì, Maggio 17, 2024
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Quartiere abusivo, l’accusa del procuratore

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Un intero quartiere abusivo sequestrato. E scoppia la polemica sui controlli. Un caso che finisce al vaglio della Prefettura che non esclude provvedimenti nei prossimi giorni. «Il Comune di Casalnuovo è sotto osservazione», aggiungono i dirigenti del palazzo di governo. E ieri i pubblici ministeri della Procura di Nola, Visone e Renzulli, hanno interrogato alcuni impiegati dell’ufficio tecnico municipale. L’inchiesta procede a passi di piombo, proprio per la delicatezza delle indagini. Le difficoltà nell’indagine riguardano soprattutto l’individuazione esatta dei costruttori che hanno realizzato senza uno straccio di autorizzazione 29 palazzi (capaci di contenere circa 300 appartamenti residenziali) a Casarea, popolosa frazione della città al confine con il comune di Pollena. La vicenda è di quelle clamorose. E ieri il procuratore capo di Nola, Adolfo Izzo, era parecchio adirato. Raggiunto nel pomeriggio all’uscita del suo ufficio, il procuratore ha usato parole di fuoco all’indirizzo delle municipalità locali «responsabili – ha detto – di scempi scellerati del territorio». In particolare Izzo ha specificato che «c’è sicuramente una complicità da parte degli enti locali quando succedono cose del genere, che altrimenti non si verificherebbero». Quindi il magistrato ha aggiunto: «Spero che il sindaco di Casalnuovo non ne sapesse niente, me lo auguro per lui». Ieri mattina il sindaco, Antonio Manna, sembrava frastornato. «È stata una legnata», ha detto in conferenza stampa mentre consiglieri comunali e assessori, sguardi più che attenti, ascoltavano le sue risposte. «Io dò gli indirizzi politici, poi se i controlli non vengono effettuati allora paghi chi deve pagare perché dal canto mio ho la coscienza a posto, mi sento sereno». Poco prima Manna aveva tenuto un incontro, nel suo studio, con il comandante dei vigili urbani, il colonnello Marco Carrera, e con alcuni rappresentanti locali dei carabinieri e della guardia di finanza. «Abbiamo concordato un’azione coordinata contro l’abusivismo», l’annuncio del primo cittadino. «Sono a questo punto propenso ad abbattere quegli edifici ma in ogni caso farò tutto quello che mi sarà suggerito dai magistrati, verso i quali nutro piena fiducia», ha infine precisato il capo dell’esecutivo locale. E il presidente del consiglio comunale, Espedito Iasevoli, ha annunciato una convocazione urgente dell’assemblea cittadina. E la polemica non si placa. Tommaso Sodano, presidente della commissione ambiente del Senato, attacca annunciando un’interrogazione al ministero degli Interni: «La vicenda indica la presenza di inquietanti coperture su cui la Procura dovrà far luce al più presto».

PINO NERI


nel quartiere fuorilegge


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Casalnuovo. «Sorpreso? Per niente. Un anno fa, in campagna elettorale, denunciai il patto scellerato tra avventurieri dell’edilizia e partiti vicini all’attuale sindaco. Il risultato? Le dodici liste del sindaco vinsero col 75 per cento dei voti. Ma non scriva il mio nome: questa è una faccenda delicata in una città ad altissimo rischio. Non sono un pauroso, però ho il dovere di stare con i piedi per terra». Rappresenta l’opposizione, eppure niente nomi per carità. Casalnuovo, il paese degli anonimi. E dei miopi. E dei distratti. E dei fantasmi. Qui – su un’area paludosa ad altissima friabilità geologica – nel giro di un paio di anni è sorto un mastodontico quartiere abusivo, quasi una città di cemento cui manca solo intonaco e infissi e che ora giace sotto sequestro giudiziario. Eppure, nessuno se ne è mai reso conto. C’è chi ha assicurato: scusate, ero fuori. E chi si è giustificato inventando: «Quella è zona ricca di cespugli. Che coprono la visuale». Ed eccoli, rossicci di mattone e di vergogna i ventinove edifici fra i quattro e i sette piani con tanto di garage, marciapiedi, cabine Enel e pali per la pubblica illuminazione. Ventinove palazzoni. Tutti illegali. Che è un po’ come ospitare un elefante in salotto. E non accorgersene. Per mesi. Possibile? Possibile. Tanto è vero che molte abitazioni sarebbero state già vendute e di qui a poco sarebbero state abitate da migliaia di nuovi cittadini a rischio voragine. Uno sconquasso. Di dimensioni mai viste. Eppure, è come se si fosse consumato lontano lontano, magari sulla luna, e mica proprio qui, sotto gli occhioni al prosciuttone di amministratori e gente comune. No visto. No sentito. O almeno, così giurano tutti ma proprio tutti: dal sindaco al comandante dei vigili urbani, dall’assessore al leader dell’opposizione, dal parroco al parrucchiere fino agli alunni delle scuole e alle ancelle di Cristo re. Un coro di sospiri. Di meraviglia e di stupore. 60mila abitanti, cioè altro che un paesotto. La popolazione, negli ultimi dieci anni, è cresciuta del 25 per cento. E la speculazione edilizia ha raggiunto assurdità mai viste. Qui impazzano quelli di Afragola, cioè il clan Moccia. Camorra imprenditora. Dai capitali solidi. Convincente e persuasiva. Invasiva a ogni livello. Negli anni ’90 fu regno di Antonio Egizio, detto «il tedesco», poi ucciso nel locale campo di calcio. E poi di Giuseppe Piscopo, detto «il metronotte». Terra da far west, fino al ’94 non esisteva che un piano di fabbricazione iper-permissivo. In troppi hanno costruito senza pudore, perfino all’interno degli antichi cortili. Città labirintica. Dormitorio. Dice Ignazio Ponticelli, imprenditore edile e consigliere dei Ds: «Ci sono aree dimenticate. In ombra, anzi al buio». Le opposizioni diffondono un documento: c’è scritto bravi alla procura. Si chiede una riunione del consiglio comunale. E una commissione di inchiesta. Dieci anni fa un’indagine ministeriale stabilì che Casalnuovo era al quarto posto nazionale per gli abusi in edilizia. Ventinove palazzoni. Tutti illegali. Nel silenzio unanime. «Un caffè, un caffè per gli amici miei», sorride cordiale il vicesindaco Giovanni Romano. E aggiunge: «Mi chiede com’è che non ce ne eravamo accorti? Beh quei palazzi stanno proprio ai confini. Ecco, bevetevi il caffè. Che vuole che le dica: solo ieri ho saputo che quella è zona nostra. I controlli? Mica spettano a me. E nemmeno al sindaco. I vigili urbani? Sono solo venti e, poveri ragazzi, non sanno più come dividersi. Ma suvvia, pigliatevi ’sto caffè». Due anni fa ad Arezzo fu fermato un uomo che in auto, insieme al figlio, trasportava cocaina. Era un assessore della precedente giunta. Scandalizzarsi? E perché? Casalnuovo risulta l’unico Comune dell’area mai sciolto per camorra. Sebbene sia acclarato che proprio qui gli affari dei clan puntino dritti al cemento delle case. Ore 14: lui, il sindaco, arriva si scusa e comincia a dettare. Punti e virgole compresi. E che cosa detta? Un comunicato. E che dice, virgola, il comunicato? Che da ora in poi tutte le forze preposte terranno il territorio sotto monitoraggio. Per combattere l’abusivismo. Sindaco, ma quel villaggio che già è costruito? «Non ne sapevo nulla – assicura Antonio Manna – non l’ho visto e non voglio vederlo. E pensare che siamo stati il primo Comune a sistemare le telecamere contro gli abusi sul territorio». Sindaco, per carità: ammetta almeno di essere rimasto strabiliato per quel mega-abuso. «Va bene, lo ammetto». E adesso, che farà? «Aspetto di sapere dalla magistratura se quelle abitazioni le dovrò acquisire oppure buttar giù».

ENZO CIACCIO



IL MATTINO 3 FEBBRAIO 2007

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