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«Qui niente spaccio», così il clan l’ha punito

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Sant’Antimo. Dall’ospedale al carcere. Antimo Angelino e Antonio Verde, i due assassini intercettati dai carabinieri qualche minuto dopo l’omicidio di Paolo Frasca, ieri mattina sono stati trasferiti in cella a Poggioreale. Le condizioni fisiche dei due pregiudicati, che erano stati feriti alle gambe nel corso del conflitto a fuoco con la pattuglia dei carabinieri della locale tenenza, sono state valutate compatibili con la degenza nel reparto medico del carcere napoletano. Pesanti i capi di imputazione: omicidio di primo grado aggravato dall’appartenenza ad organizzazione camorristica, lesioni, porto e detenzione di arma da fuoco, ricettazione e spari in luogo pubblico. A firmare l’ordinanza di carcerazione il pubblico ministero Nunzio Fragliasso, una delle punte della Direzione distrettuale antimafia e profondo conoscitore della camorra e dei camorristi dell’area a nord di Napoli. Per tutta la notte un centinaio di carabinieri del comando territoriale di Castello di Cisterna, coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo, e della compagnia di Giugliano, diretta dal tenente Massimiliano Russo, ha eseguito decine di perquisizioni nelle abitazioni dei pregiudicati affiliati al clan Verde, il cui capo Francesco Verde detto «’o negus», è tornato in libertà da qualche settimana. I militari hanno anche passato al setaccio le abitazioni degli affiliati del clan Petito, ridotto nel numero di appartenenti dopo gli arresti seguiti alla sanguinosa faida con i Verde. Gli inquirenti hanno accertato che la pistola, una Tanfoglio calibro 9, utilizzata dai due killer arrestati era stata rubata lo scorso gennaio in un’abitazione di Cesa, in provincia di Caserta. Al vaglio del magistrato anche la posizione di due pregiudicati che al momento dell’omicidio si trovavano nella Fiat Bravo, accanto alla quale si era fermato Paolo Frasca. L’omicidio di Paolo Frasca, sorvegliato speciale, originario di Frattamaggiore, secondo gli investigatori sarebbe stato deciso ad alto livello, e l’incarico di eliminarlo affidato ad Antonio Verde, nipote prediletto del temibile capoclan. Paolo Frasca avrebbe pagato con la vita una recente affiliazione al clan Petito e soprattutto sarebbe stato punito per aver attivato una piccola piazza di spaccio. Una attività però vietata dal vertice del clan Verde, la cosca che controlla tutta questa zona dove vige l’ordine di non spacciare nemmeno un grammo di marijuana. Ieri, intanto, il generale di brigata Franco Mottola, comandante della Regione carabinieri Campania, si è recato nella tenenza di Sant’Antimo dove ha effettuato un’analisi complessiva della situazione del territorio, intrattenendosi a colloquio con i quattro militari che l’altra sera hanno ingaggiato il conflitto a fuoco con i killer riuscendo ad arrestarli. Anche a nome del comandante generale dell’Arma e del comandante interregionale Ogaden, il generale Mottola ha espresso ai quattro carabinieri i complimenti «per la pronta e lucida determinazione con la quale hanno reagito all’azione di fuoco dei due sicari e per il coraggio e l’alta professionalità dimostrati anche a fronte di una situazione di elevato rischio per l’incolumità personale». Oggi, invece, sarà il prefetto Alessandro Pansa a congratularsi con i militari per l’azione svolta.



MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 3 SETTEMBRE 2007

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