È stato aggredito e minacciato da un detenuto e perciò ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di direttore sanitario del carcere di Secondigliano. L’episodio è avvenuto nella struttura carceraria circa un mese fa e, attraverso il suo avvocato, il dirigente, dipendente dell‘Asl Napoli 1 Centro, ha presentato una denuncia in Procura.
Secondo quanto si è appreso è stato chiesto il trasferimento in un altro istituto penitenziario del detenuto responsabile delle violenze. Il sindacato Uspp punta il dito contro “la confusione gestionale e l’inerzia di chi gestisce le carceri in Campania“.
“Abbiamo perso un valido dirigente sanitario, dimessosi dall’incarico in un carcere importante come quello di Secondigliano – denuncia il sindacato – un professionista stimato non solo dal personale medico e infermieristico, ma anche dalla polizia penitenziaria. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà sperando in una presa d’atto dell’amministrazione e del vertice politico affinché procedano senza ulteriore indugio ad una verifica dell’operato del provveditore rispetto anche alla non applicazione delle circolari dipartimentali chiediamo inoltre di mettere in sicurezza il lavoro di tutto il personale che presta servizio nelle carceri campane“.
Telefoni in carcere, il sindacato sta con il procuratore Gratteri
Il sindacato si affianca all’allarme lanciato dal procuratore Nicolla Gratteri sulla presenza dei cellulari in cella: “Bisogna subito schermare gli istituti installando gli inibitori di segnale”. Ieri mattina il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.
“Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

