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lunedì, Maggio 6, 2024
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Agguati, bombe e vendette a Cavalleggeri:«Sparai contro la fidanzata di Giannelli»

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Un risiko fatto di vendette, stese, agguati. Di intrecci e intrighi svelati come carte dai maggiori collaboratori di giustizia che in questi anni hanno deciso di passare dall’altro lato della barricata. Tra questi un posto di rilievo spetta soprattutto a Yussef Aboumuslim, nipote acquisito di Massimiliano Esposito ‘o scognat reggente dell’omonimo gruppo di Bagnoli. Le sue rivelazioni sono considerate fondamentali nel ricostruire i rapporti tra il suo ex gruppo e quello di Alessandro Giannelli. Dichiarazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare notificata una settimana fa al ras di Cavalleggeri. Yussef si è concentrato in particolare sui contrasti tra i due gruppi e sui motivi delle tensioni rivelando ai magistrati che vi fu, per l’occasione, la mediazione dei Licciardi della Masseria Cardone.

I contrasti tra Giannelli e Esposito

Nel verbale del 5 marzo 2021 Yussef rivela inoltre di aver partecipato direttamente ad un agguato contro Giannelli:«Ho partecipato personalmente ad altre azioni criminali punitive nei confronti degli appartenenti al clan Giannelli per farli allontanare dal territorio. In particolare ho sparato alla fidanzata di Glannelli Alessandro non ferendola. Il motivo della mia azione fu dovuto alla circostanza che io penso che Giannelli Alessandro sia responsabile della morte di mio cugino Zito Pasquale. Questo episodio risale al 2018». Interessanti anche i verbali in cui l’ex colonnello dei bagnolesi rivela dei contrasti sorti tra lo stesso Giannelli e Maria Matilde Nappi, moglie di Esposito (leggi qui l’articolo precedente):«Quando nel 2014/2015, Giannelli uscì dal carcere, oltre a versarmi 300 euro a settimana come mantenimento perché all’epoca stavo in carcere, si recò anche da Nappi Maria Matilde per dirle che avrebbe lui retto la zona di Esposito Massimiliano e avrebbe versato a lei la somma di 5000 euro al mese, più le avrebbe pagato tutte le spese quando sarebbe andata a trovare Esposito Massimiliano; in cambio Nappi Maria Matilde non doveva avere più contatti con gli imprenditori della zona ed inoltre doveva lasciare i parcheggi alla sua gestione. Nappi Maria Matilde rifiutò e si recò presso il gruppo della Masseria Cardone per farsi aiutare. A questa riunione che poi si tenne in seguito partecipò anche Giannelli Alessandro, il quale disse che voleva gestire il territorio di Esposito Massimiliano solo per il tempo in cui lo stesso era detenuto e in particolare perché era a lui legato da antica amicizia. Alla riunione intervenne “Pippetta” dicendo che Giannelli voleva solo sottrarre il potere a Massimiliano Esposito e quindi tutto doveva rimanere in capo a Massimiliano Esposito. Per tanto fu deciso dalla Masseroa che le macchinette ed i parcheggi fossero gestiti da Nappi Maria Matilde e la piazza di spaccio fosse gestita al 50% da Nappi Maria Matilde e Giannelli. La Masseria ebbe il potere di decidere questa controversia in quanto legata da antichi vincoli con Massimiliano Esposito, in particolare, ma questo lo so per sentito dire, che la Masseria era un gruppo molto vicino ai D’Ausilio e Massimiliano Esposito si è fatto un nome con la Masseria in quanto ha sempre combattuto o comunque agito per far loro dei favori: è per questo che con la Masseria Esposito Massimiliano aveva buoni rapporti».

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