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Alloggio popolare occupato, il clan Cancello portà via alle vittime anche l’auto: “Ora ve ne andate a piedi”

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Sono state arrestate a Scampia con l’accusa di rapina, sequestro di persona, estorsione e lesioni, tutti reati aggravati dal metodo mafioso: per gli inquirenti sono tutti organici al clan Cancello, operante nella zona a nord di Napoli. Il reato di rapina è contestato per l’episodio riguardante la sottrazione dell’auto alla famiglia, che già si era vista portare via l’alloggio popolare al Lotto G.

Tra gli arrestati figurano Elia Cancello, suo fratello Maurizio Cancello, il nipote Moreno Del Medico, e Ferdinando (Nando) Libero, genero di Maurizio e Christian Iandolo.

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Proprio quest’ultimo intima alla vittima la consegna delle chiavi dell’auto, dicendo: «Le chiavi della macchina mi servono… me lo hanno detto». La vittima, visibilmente spaventata, cerca l’intervento di un uomo, invocandolo a più riprese: «Aspetto Omissis, perché tu non sei guappo». Le chiavi vengono ad ogni modo sottratte con la forza, poi brevemente recuperate e consegnate alla madre.

Segue l’arrivo di altri membri del clan, tra cui Elia Cancello, Maurizio Cancello e Moreno Del Medico. Con loro, anche Ferdinando “Nando” Libero, genero di Maurizio, che secondo l’ordinanza incita i suoi familiari a colpire e a prendersi l’auto: «Con la 500 nera qui dietro… vi devo fare… vi devo uccidere», avrebbe detto.

La situazione degenera rapidamente. Elia Cancello, davanti a decine di presenti, rivendica il controllo totale del rione: «Qua dentro conto solo io… comando io! Voi siete il vecchio». La madre della vittima viene colpita al volto da Maurizio Cancello — come risulta dall’audio — e perde sangue dalla bocca. La figlia grida: «Mamma, ti sta uscendo il sangue dalla bocca!». Nel frattempo, la Fiat 500 della famiglia viene presa e portata via, su indicazione dello stesso Elia: «Questa è la macchina sua? Inizia a parcheggiare… ora ve ne andate a piedi».

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