Bastava guardare le liste delle singole coalizioni per rendersi conto di come sarebbe finita. Nei giorni di questa breve e intensa campagna elettorale, confrontandomi con amici e conoscenti, avevo pronosticato la vittoria al primo turno della coalizione di centrosinistra, anche se con una forbice più larga rispetto ai risultati usciti dalle urne lunedì pomeriggio.
Al netto dei due candidati sindaci principali, che non mettevano nè aggiungevano quel quid in più, la sfida era sui ‘portatori’ di voti ed era abbastanza evidente che nelle fila del centrosinistra c’erano più cavalli da corsa rispetto ad un centrodestra che ha perso l’ennesima occasione per riconquistare la città.
Era prevedibile, purtroppo, anche il dato dell’astensionismo, vero partito vincitore di queste elezioni. Su un totale di 98.855 elettori, solo 45.028 si sono recati alle urne, pari al 45,55%. Il partito del non voto a Giugliano totalizza il 54,55%; le schede nulle ammontano a 994, mentre le schede bianche a 185, evidenziando una significativa sfiducia verso la classe politica. Avvicinare la cittadinanza alla gestione della cosa pubblica dovrà essere l’obiettivo principale, non solo di chi governa, ma dell’intera classe politica giuglianese.
Analizzando le singole compagini, è evidente che il Centrodestra si è suicidato di nuovo: in cinque anni non è riuscito a creare una nuova classe dirigente che unisse tutta la coalizione. Schiano e company sono dovuti ricorrere all’esperienza di Giovanni Pianese per trovare compatezza, chiedendogli il sacrificio di tornare nell’agone politico alla soglia degli 80 anni. L’ex sindaco, nonostante la verve e la competenza che ha dimostrato nelle varie interviste, ha pagato lo scotto della lontanza politica negli ultimi anni, ma non solo.
Non ha avuto una coalizione forte che lo sostenesse, orfana anche di quel Luigi Guarino, per anni pilastro del centrodestra, trasfugo nel centrosinistra a sostegno di D’Alterio. Le uniche note liete del centrodestra sono i risultati della lista Noi con Giugliano, andata oltre le aspettative, e la tenuta di Forza Italia e dei Riformisti con Francesco Mallardo. Hanno deluso, invece, le due civiche a sostegno di Pianese da cui ci si aspettava molto di più e soprattutto Fratelli d’Italia. Se guardiamo i numeri, il partito della Meloni a Giugliano ha raddoppiato il risultato rispetto a 5 anni fa, ma spesso i dati vanno interpretati. Il merito dell’aumento di voti di FdI rispetto al 2020 è soprattutto di Francesco Iovinella, catalizzatore della metà delle preferenze dell’intera lista. Era stato proposto come candidato sindaco dal circolo locale, ma gli altri partiti della coalizione avevano posto un veto sul suo nome per i suoi recenti trascorsi nel centrosinistra. Fdi poteva e doveva andare oltre il risultato ottenuto. Anche da parte del Governo Nazionale non c’è stata quella spinta ed impegno che ci si aspettava per una città importante come Giugliano. Inoltre la campagna comunicativa messa in campo dal centrodestra è stata debole e deficitaria sotto tanti punti di vista.
Nel Centrosinistra ottimo è il risultato del PD che addirittura cresce rispetto al 2020, e si conferma primo partito in città grazie ad una lista forte. Buon risultato anche di Giugliano Democratica, lista civica ibrida creata dall’ex sindaco Nicola Pirozzi. Di Luigi Guarino e del suo apporto decisivo già abbiamo detto, ma c’è un’altra grande sorpresa ed è il Comitato Civico costiero. L’altra lista civica della fascia costiera ha intercettato il voto di protesta, in gran parte di ispirazione grillina, ma anche la volontà di partecipazione alla vita politica giuglianese. Le altre due liste, Azione e Italia Viva, che hanno eletto entrambe due consiglieri ciascuna, spostano il baricentro della coalizione più verso il centro rispetto all’Amministrazione Pirozzi che invece si reggeva sul patto giallorosso Pd-M5S.
La maggioranza che si è andata a creare, libera di ‘pesi e zavorre’, ora non avrà più scuse. Può contare sul giusto mix di persone esperte che già hanno svolto il ruolo di consigliere comunale e sull’entusiasmo dei nuovi volti: da Franco Gambardella a Luigi Ruggiero, da Giuliano Galluccio a Roberta Napolitano, da Anastasia Katisvelos a Immacolata Bianco e Katia Migliaccio. Giovani e meno giovani, rappresentanti del centro e della fascia costiera e delle loro istanze. Ci auguriamo che il neo sindaco Diego D’Alterio, che si è professato ‘uomo del fare’ più che del parlare, sia all’altezza dell’arduo compito che i cittadini gli hanno delegato: risollevare questa città e darle la dignità ed il ruolo da protagonista che merita, non solo in Campania ma a livello nazionale.