Se dici Vastarella dici inevitabilmente Licciardi. Se dici Fontanelle dici Masseria Cardone. Un legame indissolubile quello tra il gruppo delle Fontanelle e i fondatori dell’Alleanza di Secondigliano. Un legame che dura nel tempo come testimoniato dall’ordinanza di custodia cautelare contestata a 18 soggetti del gruppo del rione Sanità. Si è in particolare ricostruito come Patrizio Vastarella, già condannato proprio per la sua affiliazione al clan Licciardi di Secondigliano, scarcerato nel luglio 2015 è tornato nel quartiere Sanità ed è riuscito a riaffermare il suo potere criminale, forte dell’appoggio dei suoi familiari (il figlio Antonio, il nipote Fabio, la stessa moglie Dora Staterini, i nipoti Alessandro e Raffaele Ciotola e Michale Korkoi) e dell’alleanza con la Masseria Cardone.
Proprio in riferimento a questo legame c’è da tempo un’indiscrezione che circola in ambienti investigativi. Un’indiscrezione risalente al 2014 quando Patrizio Vastarella era pronto a ritornare nel suo quartiere. Secondo quanto si apprende i vertici del clan Licciardi avrebbero voluto che Vastarella rimanesse a Secondigliano («Gennaro Licciardi ci teneva troppo a loro» disse una volta un collaboratore di giustizia) ma Patrizio avrebbe detto di no deciso ad aiutare la sua famiglia a riprendersi la Sanità. Un ‘no’ che non ha però intaccato il rapporto granitico tra i due gruppi da anni alleati di ferro.