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Autonomia Differenziata è legge, i parlamentari della Lega esultano con le bandiere: sindaci del Sud in rivolta

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Giunge dopo una lunga maratona notturna alla Camera il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull’Autonomia.

L’Aula di Montecitorio ha infatti licenziato il provvedimento con 172 sì 99 voti contrari e 1 astenuto. E’ legge.

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“Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera. Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini”. Così la premier Giorgia Meloni su X commenta il via libera definitivo del Parlamento alla legge sull’Autonomia.

Il Pd attacca e annuncia: “Insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, siamo pronti a raccogliere da subito le firme per un referendum” che “sicuramente boccerà lo ‘spacca Italia’”.

11 articoli
Il ddl sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario – anche noto come ddl Calderoli – è una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001. In 11 articoli definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. Si tratta di definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Questi i punti principali

Le richieste
Nel testo è specificato che le richieste di autonomia devono partire su iniziativa delle stesse Regioni, sentiti gli enti locali. In particolare, si legge: “Si stabilisce che l’atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell’ambito della propria autonomia statutaria. L’iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare”
Le materie
Le materie su cui si può chiedere l’autonomia sono 23. Tra queste ci sono Tutela della salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio estero. Quattordici sono poi le materie definite dai Lep, Livelli essenziali di prestazione
Determinazione dei Lep
La concessione di una o più “forme di autonomia” – è specificato nel testo – è subordinata alla determinazione dei Lep, cioè i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio
Principi di trasferimento
L’articolo 4, modificato in Aula al Senato da un emendamento di FdI, stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni, precisando che sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà autonomia
Cabina di regia
Il testo prevede anche una cabina di regia: composta da tutti i ministri competenti, assistita da una segreteria tecnica, collocata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio. Dovrà provvedere a una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e all’individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale
I tempi
Il governo entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Stato e Regioni, una volta avviata, avranno tempo 5 mesi per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Oppure potranno terminare prima, con un preavviso di almeno 12 mesi

“L’autonomia differenziata non è una battaglia tra i sindaci del Nord contro quelli del Sud o tra le città del Sud contro quelle del Nord.
La battaglia contro l’autonomia differenziata è una sfida sul futuro dei nostri figli”.

Così Ciro Buonajuto, sindaco Italia Viva di Ercolano (Napoli) e vicepresidente nazionale Anci a proposito dell’approvazione in nottata del ddl Calderoli alla Camera.

“Noi, nel Mezzogiorno, non abbiamo paura della sfida sul rigore amministrativo e sull’efficienza amministrativa.
Semplicemente, vogliamo essere messi nelle stesse condizioni che hanno i sindaci del Nord di affrontare le questioni amministrative: scuola, ospedali, politiche sociali. Non possiamo rimanere indietro. Altrimenti, a bussare fuori alla nostra porta c’è la malavita organizzata. E questo non lo possiamo permettere”.

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Redazione Internapoli
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