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‘‘Avrei qualcos’altro da dire’’, a Giugliano la presentazione dell’ultimo libro di Esterino Mallardo

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L’ultimo libro dell’Avv. Esterino Mallardo sarà presentato a Giugliano, il 24 gennaio 2019, dalle ore 18, nell’Auditorium della Biblioteca Comunale.

L’Avv. Esterino Mallardo, per 33 anni Consigliere comunale a Giugliano e già Vice Presidente della Regione Campania, sarà commemorato nel primo anniversario della scomparsa con la presentazione del suo ultimo libro. – Una Messa di suffragio sarà celebrata alle ore 17 nella Chiesa parrocchiale di San Pio X.

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La genesi di un libro

di considerazioni occasionali

di EMMANUELE COPPOLA

Poco più di un anno fa mi impegnai a scrivere una Prefazione all’ultimo libro di Esterino Mallardo, mentre insieme si discuteva ancora sul titolo, che egli, infine, trovò così soddisfacente, come per dire confidenzialmente ai suoi affezionati lettori, dopo la poderosa trilogia autobiografica, ‘‘Avrei qualcos’altro da dire’’, chiosando in umiltà letteraria che si trattava di ‘‘Ricordi e considerazioni occasionali di un uomo che non ha niente da fare’’.

Mi assumevo, allora, la responsabilità di avere istigato l’avvocato Esterino Mallardo a perseverare, con altri mezzi, nella già recidiva esperienza di affabulatore, di avere approfittato della sua senile disponibilità all’ascolto ogni qualvolta lo avevo incentivato a continuare a scrivere nei suoi momenti di saggia resipiscenza, fino ad arrivare, poi, alla necessità di dover contenere l’ormai sua sbizzarrita tentazione di non fermarsi,  affascinato dall’ebbrezza  della velocità. 

Dopo la trilogia di ‘‘Mi racconto’’, avevo costretto e confortato l’amico Esterino Mallardo a produrre un altro libro, ricordando che lo avevo bonariamente accusato di omissioni. Ma egli non si sarebbe impegnato a redigere il quarto volume delle sue Memorie, avendo preventivamente dismessa la presunzione di continuare a farsi passare per uno scrittore, cedendo alle lusinghe di quanti lo sollecitavano a prodursi in altre ardite reminiscenze, in ragione della sua lunga ed articolata esperienza politica e professionale, forse anche perché io avevo lasciato intendere – nella Prefazione al terzo volume – che tanto ancora, l’avvocato Esterino Mallardo, avrebbe potuto raccontare di se stesso e degli altri.

Così, per non contribuire a lasciare inoperosa la sua verve affabulatoria, dopo l’evidente successo raccolto per i tre libri di memorie e per il precedente icastico pamphlet, nel quale si era inventato il ‘‘Sogno’’ rivoluzionario di fare il Sindaco Podestà della Città di Giugliano in una dimensione atemporale, mi sono poi divertito ad ascoltare alcune inedite rappresentazioni della commedia umana, imbastite sulla trama di altri suoi ricordi affioranti e sulla capacità critica di osservare l’attualità locale e nazionale, come stante seduto in piazza, o, se volete, ad oziare con altri impenitenti ottuagenari nell’angolo più remoto di un bar, apparentemente distante dalla gioventù rampante e pressoché disimpegnata su tutti i fronti.

Esterino Mallardo si fece subito conquistare dalla prospettiva di poter continuare a dire la sua in un contesto di assoluta libertà, e cominciò a scrivere i suoi fattarielli quotidiani, perlopiù notturni, nella cornice cronologica di un calendario disordinato, saltando – cioè – di palo in frasca, come si suol dire, per la natura occasionale degli argomenti trattati, ma comunque sempre riconducibili alla trama sfilacciata di una commedia umana. E quindi cominciò a raccontare di se stesso e degli altri, di quanto occasionalmente – proprio come ‘‘un uomo che non aveva niente da fare’’ – riteneva opportuno catapultare in una attualità conflittuale per adattarvi le sue considerazioni.

A distanza di un anno dalla scomparsa dell’amico Esterino Mallardo, avvocato ed onorevole per vocazione sociale, ci ritroviamo finalmente a leggere quel suo ultimo libro, che abbiamo voluto considerare postumo nel rinviarne la divulgazione. Possiamo, quindi, dire che solo adesso quel quel libro vede la luce, per essere offerto agli amici che lo avevano lungamente atteso. Si giustifica, pertanto, una breve disamina sui contenuti, che io traggo dalla Prefazione.

Dall’insieme delle tante sue pagine, apparentemente distanti l’una dalle altre per la singolarità degli argomenti trattati, emerge una ricorrente omogeneità, che può essere comunque articolata in alcune diverse sezioni di interesse, ovvero: 1. Reminiscenze di cultura, tradizioni e personaggi locali; 2. Ricordi personali e di carattere familiare; 3. Saggezza rapportata al racconto di tante trascurabili vicissitudini umane; 4. Solidarietà, solitudine e distanze sociali negli ambienti dei giovani e degli anziani; 5. Considerazioni politiche tra il passato ed il presente; 6. Episodi riferiti agli impegni professionali di avvocato.

Tutto questo, alla rinfusa, si ritrova piacevolmente raccontato da Esterino Mallardo nello zibaldone cronologico delle sue veglie di ottuagenario sempre in cerca di qualcosa da fare per continuare a dare senso critico alla sua iperattiva testimonianza sociale politica e professionale.

Ma, se l’ultimo dei brani pubblicati in questo volume si ritrova  datato al 24 ottobre 2017, non significa che egli avesse smesso, quel giorno, la voglia di continuare a raccontarsi attraverso l’osservazione degli altri e del suo paese, al quale aveva dedicato, imperterrito, tante diverse sfumature di nostalgia, non in ragione della sua età, quale laudator temporis acti, ma per amore, per quella sua indomita sfrenata passione sociale, che ci era stata consegnata nel titolo del suo terzo volume di memorie, nel quale egli aveva voluto esporsi alla considerazione degli altri, e dei suoi concittatini, come ‘‘socialista in congedo illimitato provvisorio’’, e forse coltivando ancora il Sogno letterario di fare il Sindaco Podestà della Città di Giugliano. Esterino Mallardo aveva continuato a scrivere, fin dal giorno dopo, che era il 25 ottobre 2017, sulla tastiera del Tablet che gli era stato regalato da uno dei suoi nipoti, catapultandosi nella piazza virtuale di Facebook, e non aveva più smesso fino al 17 gennaio del 2018. L’indomani sera sarebbe stato ricoverato presso l’Ospedale di Caserta, per l’aggravarsi delle sue precarie condizioni di salute, e dopo cinque giorni ci avrebbe lasciati. Conserviamo la testimonianza di quel diuturno impegno nelle circa duecento pagine che potrebbero confluire nella redazione del secondo volume, che Esterino avrebbe ancora intitolato ‘‘Avrei qualcos’altro da dire’’.

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