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sabato, Aprile 27, 2024
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Bimbo in coma dopo aver mangiato un pezzo di formaggio, la rabbia del papà

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La nostra è una battaglia civica, quella dottoressa dovrebbe cambiare lavoro” a parlare è il padre del bimbo in coma dal 2017 per aver mangiato un pezzo di formaggio.

Il triste episodio

Sono dure le parole dette dal padre del bimbo in coma dal 2017 dopo la notizia del rinvio a giudizio, per lesioni e rifiuto di atti d’ufficio, della pediatra dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Quest’ultima infatti pare che all’epoca dei fatti si sarebbe rifiutata di visitare il piccolo perché, secondo il racconto del papà del bimbo, “era troppo stanca”.

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L’incubo ha inizio Il 5 giugno 2017 quando il bimbo, all’epoca aveva 4 anni, si era sentito male dopo aver mangiato un pezzo di formaggio “Due Laghi” contaminato dal batterio escherichia coli. Portato prontamente all’ospedale di Cles (Trento) rimase in osservazione per diverse ore prima di essere trasferito al Santa Chiara vista la gravità del suo caso.

Le parole del padre del bimbo 

Proprio qui la pediatra, nonostante la richiesta della collega, si sarebbe rifiutata di visitare il bimbo, causando un ritardo nella diagnosi della malattia di Seu, sindrome emolitico-uremica di cui è affetto il piccolo.

Al ‘Corriere della Sera’ il padre spiega: “La dottoressa disse di essere stanca“, continua poi: “Mio figlio dopo aver mangiato il formaggio si è sentito subito male, siamo corsi prima all’ospedale di Cles poi a Trento. Al pronto soccorso pediatrico, la dottoressa che lo visitava ha chiesto un consulto alla pediatra, che però le ha risposto: non adesso, sono stanca è tutto il giorno che corro. L’abbiamo sentita noi“.

Il padre del bimbo spiega poi: “c’è molta rabbia verso la dottoressa; quei tre giorni sono stati importanti, ma la colpa principale rimane del caseificio. Se mio figlio non avesse mangiato quel formaggio starebbe bene. Eppure era un prodotto consigliato proprio per la merenda dei bambini“. “Mia moglie si è licenziata e da quel momento lo gestisce giorno e notte: 47 farmaci al giorno, uno ogni ora e mezza“.

La malattia non si ferma e lui è sempre più grave. L’ultimo ricovero è stato due settimane fa. Ma la battaglia che conduciamo è per gli altri” conclude il padre del bimbo.

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