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venerdì, Luglio 4, 2025
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Camorra di Marano, scarcerati 3 esponenti del clan Polverino

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Tornano liberi Nicola Raimondo e Salvatore Ruggiero, presunti ras del clan Polverino. La Corte d’Appello di Napoli (V sezione), accogliendo l’istanza presentata dalla difesa dei due, per Raimondo gli avvocati Luigi Senese e Emilia Granata mentre per Ruggiero gli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo, ha disposto la loro scarcerazione.

Camorra di Marano, scarcerati 3 esponenti del clan Polverino

Raimondo e Ruggiero erano accusati di aver fatto parte con ruolo di rilievo del clan Polverino. Per i due si tratta di una buona notizia che segue l’annullamento in Cassazione ottenuto lo scorso novembre quando la Suprema Corte aveva annullato la precedente sentenza di condanna emessa dalla prima sezione della Corte d’appello di Napoli disponendo il rinvio del processo ad altra sezione della Corte d’appello.

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Grazie dunque alla linea seguita dalla difesa gli imputati potranno affrontare il processo di rinvio da uomini liberi. Sempre riguardo al clan Polverino è stato scarcerato anche Langella Nicola (difeso dall’avvocato Luca Gili), accolta l’istanza del legale per la revoca della misura cautelare.

LEGGI ANCHE – Omicidio Gargiulo, annullamento anche per il ras Caiazzo

Omicidio di Domenico Gargiulo, inchiesta in frantumi. Il tribunale del Riesame, dopo quella di Vincenzo Pernice, ha annullato anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Vincenzo Caiazzo indicato come esecutore materiale dell’omicidio di Sicc e penniell.

Il Riesame (riunito nella X sezione) ha pienamente accolto le argomentazioni difensive del legale di Caiazzo, l’avvocato Luigi Senese, disponendo l’annullamento della ordinanza di custodia cautelare per Caiazzo.

Tra i collaboratori che hanno parlato di quel delitto vi era anche Salvatore Roselli ‘Frizione’:

“Ritornando al mio incontro con Genny Sautto, che precedette quello a casa di Antonio Abbinante, io fui molto diretto con Genny Sautto, dando per scontato, che l’omicidio fosse stato commesso da loro, cioè dai clan Licciardi e Sautto, perché il luogo in cui era stato trovato il cadavere portava la loro firma. E lui mi confermò che erano stati loro.
Non chiesi come sapesse che Sicc e ‘penniell era stato confidente delle Forze dell‘Ordine; gli chiesi perché lo avevano fatto trovare nel Don Guanella perché così facendo avevano
messo la loro firma sotto quell’omicidio. Lui mi disse che avevano avuto un problema a
spostarlo. Non gli chiesi chi fosse stato l‘esecutore materiale, pensando che me lo dicesse lui. Invece, non me lo disse ed io, ripeto, non glielo chiesi. Mi disse che era stato ucciso in una casa del Don Guanella, che lo stavano spostando e che avevano avuto un problema, senza precisarmi quale”.

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