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domenica, Maggio 19, 2024
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Campania in bilico tra gialla, arancione e rossa: cosa può cambiare dopo la riunione di oggi del Cts

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Attorno alle 15 di ieri gli esperti del Comitato tecnico scientifico si sono riuniti per esaminare il report della cabina di regia con le valutazioni dei 21 indicatori delle regioni. Erano attesi per venerdì scorso, eppure dopo pochi minuti è arrivata la notizia: mancano ancora i dati, slitta di nuovo tutto, ne riparliamo domani. Quello del Cts è solo un parere, l’ordinanza con la quale il ministro della Salute, Roberto Speranza, deve collocare le varie regioni nelle tre differenti fasce di rischio Covid in base alle quali si decide il lockdown, dipende dai calcoli complessi della Cabina di regia fatti però sui flussi di dati dai territori.

La ‘red list’ incombe sulle regioni: Campania, Veneto e Toscana rischiano di abbandonare la zona gialla e l’Alto Adige in anticipo diventa già ‘zona rossa’.

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E il governatore Giovanni Toti si sfila dalla possibile lista dei peggiori, spiegando: “i nuovi dati confermano quelli per zona gialla”.

A puntare il dito sono invece alcuni sindaci: per quello di Napoli, Luigi de Magistris, “proclamare la Campania zona rossa è una decisione purtroppo inevitabile, anzi è una decisione tardiva”. Per quello palermitano, Leoluca Orlando, “si va verso una strage annunciata”, ma il commissario per l’emergenza Covid nella città, Renato Costa, assicura: “la situazione dei posti letto a Palermo è impegnativa, ma la affrontiamo in modo adeguato”. In Toscana, invece, già si lavora ad un piano per far fronte all’aumento di positivi nelle Rsa, nodo da risolvere per eliminare uno degli elementi di rischio.

In tutto il Paese i numeri sono in calo, con 32.616 i nuovi casi di contagio ieri e 331 vittime (rispettivamente 7.195 e 94 in meno rispetto agli aumenti del bollettino precedente) ma anche meno tamponi (‘solo’ 191mila): l’incidenza dei positivi sui tamponi rimane del 17%.

Resta da sbrogliare la matassa dei dati. Al lavoro sulle cifre e sui 21 parametri che stabiliscono le tre aree di rischio ci sono il governo, la cabina di regia sul Covid e lo stesso Cts. Il “verdetto”, con il consueto rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, slitta rispetto ai tempi annunciati. Nella fase di validazione dei dati da parte delle stesse regioni, per la quale è prevista una tempistica massima di 24 ore, alcune hanno chiesto più tempo e l’incontro della Cabina di regia ci sarà soltanto nelle prossime ore. In tutto il Paese i posti occupati in terapia intensiva hanno raggiunto quota 2.749 (+115) mentre sono 26.440 i malati ricoverati con sintomi (+1.331) negli ospedali. Secondo il trend dei dati emersi in questi giorni, Campania, Toscana e Veneto – finora zone gialle – potrebbero retrocedere verso la valutazione di rischio arancione o persino rossa nel prossimo report. In Toscana a preoccupare sono soprattutto gli ospiti delle Rsa, dove quasi un anziano su dieci risulta positivo. Su circa 12.500 pazienti delle oltre 300 strutture 1.103 risultano contagiati, con vari livelli di sintomaticità e di gravità, mentre tra gli operatori si registrano circa 100 casi, per questo la Regione sta predisponendo un apposito piano per separare i contagiati dai negativi.

LIMITAZIONI ZONA ARANCIONE

Le misure del livello arancione comprendono limiti agli spostamenti. C’è il divieto di entrare e uscire da queste regioni, salvo che per spostamenti motivati da “comprovate esigenze”: motivi di lavoro, salute e urgenza. Rimangono consentiti gli spostamenti “strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza”. Consentito anche il rientro al proprio domicilio o residenza. Per quanto riguarda gli spostamenti tra comuni, è vietato ogni spostamento – con mezzi di trasporto pubblici o privati – in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione. Anche in questo caso, lo spostamento è consentito per le solite “comprovate esigenze”. Per quanto riguarda lo sport, si può fare attività motoria e sportiva all’interno del proprio comune e all’aperto.

Le misure per bar e ristoranti

Nelle zone arancioni, inoltre, sono chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Rimangono aperte mense e catering. Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, l’asporto (con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze).

LIMITAZIONI ZONA ROSSA

Contrassegnata “a rischio molto alto”, la cosiddetta zona rossa individuata dal Governo. In aggiunta alle restrizioni valide sull’intero territorio nazionale (quindi coprifuoco dalla 22.00 alle 5.00 ed obbligo di mascherina anche all’aperto), i residenti in queste regioni dovranno attenersi a regole ancora più rigide e stringenti, molto simili se non addirittura identiche a quelle già sperimentate durante il lockdown di marzo e aprile.

Limiti agli spostamenti
– La libera circolazione non è consentita se non per motivi di lavoro, di urgenza o di assoluta necessità: “è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio comune, in qualsiasi orario, salvo che per gli spostamenti motivati”.

– Per uscire di casa serve dunque l’autocertificazione, ove indicare il motivo dell’uscita e l’eventuale destinazione. È comunque sempre “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

– È comunque permesso svolgere individualmente passeggiate in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina.

– È permesso lo svolgimento di attività sportive esclusivamente all’aperto ed in forma individuale (corsa, bicicletta, non necessariamente vicino al luogo di residenza).

– Muniti di autocertificazione è permesso andare in tutti i negozi e le attività commerciali che restano aperte, come supermercati, ottici, concessionarie, ferramenta (elenco qui sotto).

Attività commerciali aperte e chiuse
Il Dpcm impone la chiusura di tutte le attività commerciali e di vendita di beni o servizi al dettaglio considerati non di prima necessità, ma altre restano aperte e quindi ci si può recare presso di esse.

– Bar, ristoranti e pasticcerie potranno lavorare solo con il servizio di asporto (fino alle 22.00) e con la consegna a domicilio.

– Chiusi centri benessere, palestre e piscine.

– Sono aperti i parrucchieri e i barbieri mentre i centri estetici sono chiusi, aperti anche i supermercati (e con essi tutti i negozi di generi alimentari), le farmacie e le parafarmacie.

– Tra le altre attività che rimangono aperte (proprio perché considerate di prima necessità), anche edicole, librerie e cartolibrerie, negozi di computer, elettronica ed elettrodomestici, di articoli sportivi e biciclette, concessionarie di auto e moto, i negozi che vendono prodotti per la pulizia della casa e per la cura della persona (comprese  lavanderie e tintorie), le ferramenta, i fioristi e i vivai, i negozi di animali, ed i negozi di giocattoli e vestiti per bambini.

Si va a scuola fino alla prima media
– Il decreto impone la didattica a distanza a partire dalla seconda media. In classe entreranno solo i bambini dei nidi, delle scuole dell’infanzia, elementari e di prima media (ma sempre con la mascherina sul volto anche quando seduti ai banchi dai 6 anni in su) che quindi potranno essere accompagnati dai genitori fino a scuola.

– Chiusi invece cinema, teatri e musei e tutti i centri sportivi, anche quelli all’aperto.

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