Un altro grave caso di maltrattamento animale si è registrato a Napoli. In via Michelangelo da Caravaggio un cane è stato rinchiuso e abbandonato in un appartamento senza cibo né acqua.
Secondo quanto riferito dai vicini di casa, che hanno lanciato l’allarme contattando l’Oipa e il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, l’animale si trovava in quelle condizioni da almeno una settimana: “Abbiamo provato a dargli da mangiare dall’esterno – hanno raccontato – ma non ci permette di entrare in casa ed è diventato aggressivo per la disperazione”.
Il proprietario del cane, che viveva nell’appartamento come affittuario, lo avrebbe abbandonato all’interno dopo aver lasciato l’abitazione circa sette giorni fa.
Cane lasciato in casa a Fuorigrotta senza né cibo né acqua, salvato in extremis dopo le segnalazioni
Ricevuta la segnalazione, il deputato Borrelli si è recato personalmente sul posto insieme alle guardie zoofile dell’Oipa, guidate dal delegato Nando Cirella. L’animale è stato liberato grazie all’intervento della Polizia e affidato agli operatori dell’Asl veterinaria del Frullone che lo hanno liberato e portato in un rifugio per sfamarlo e curarlo e successivamente attivare le pratiche di adozione. Una volta entrati, è stato verificato che le ciotole per il cibo erano completamente vuote e che il cane, impossibilitato a uscire, aveva vissuto per giorni tra le proprie feci.
“Ringrazio i vicini che hanno avuto la sensibilità di allertarci, le forze dell’ordine, la Asl veterinaria e le guardie zoofile per la prontezza e la collaborazione – ha dichiarato Borrelli –. Abbiamo deciso di intervenire in prima persona perché questa era una situazione di estrema urgenza e gravità: per qualcuno poteva sembrare un caso marginale, ma la vita di un animale conta quanto quella di ogni altro essere vivente”.
E poi ancora: “In Italia, purtroppo, le leggi ci sono ma restano deboli e spesso inefficaci perché applicate con vecchi paradigmi o senza alcun finanziamento e senza personale qualificato negli enti pubblici. Servono fondi adeguati alle associazioni animaliste, più risorse ai presidi veterinari pubblici e un sistema di controllo che garantisca davvero la tutela degli animali. La buona notizia è che sta cambiando la mentalità delle persone, che non sono più disposte a voltarsi dall’altra parte davanti a queste atrocità. Questo è il segnale che ci spinge a continuare la nostra battaglia”.