I detenuti in regime di “carcere duro” nel nostro Paese, al 31 ottobre 2022, erano 728, secondo gli ultimi dati aggiornati e disponibili del ministero della Giustizia. Un numero che, inevitabilmente, non tiene conto dell’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio 2023. Dopo l’arresto del boss ed ex-latitante Matteo Messina Denaro e il dibattito intorno al caso dell’anarchico Alfredo Cospito, si torna a parlare del “carcere duro”, ovvero del 41 bis. Ecco alcuni dati sui detenuti e le carceri che li ospitano
Con il termine 41 bis si fa riferimento all’articolo previsto dall’ordinamento penitenziario italiano che prevede una forma di detenzione particolarmente rigorosa, cui sono destinati gli autori di reati in materia di criminalità organizzata, per impedire loro di rimanere in contatto con le associazioni di cui fanno parte
I detenuti al 41 bis nel nostro Paese, al 31 ottobre 2022, erano 728. Sono gli ultimi dati aggiornati e disponibili del Ministero della Giustizia. Un numero che, inevitabilmente, non tiene conto dell’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio 2023
Di questi 728 detenuti, la maggior parte sono uomini (716), mentre le donne rappresentano solo una piccola parte del totale (12). Tra queste c’è Maria Licciardi, boss di Secondigliano.
La maggior parte dei detenuti al 41-bis ha legami con associazioni di tipo mafioso, per lo più camorra, mafia e ‘ndrangheta. Secondo i dati del Ministero della Giustizia, 242 tra i 728 detenuti al 41-bis al 31 ottobre 2022 si trovavano al “carcere duro” per legami con la Camorra, 195 per legami con la ‘Ndrangheta e 232 per legami con Cosa nostra. Altri 55 detenuti al 41-bis erano in carcere per reati legati ad altre associazioni mafiose, mentre in quattro per reati di terrorismo interno e internazionale (tra questi viene conteggiato anche Cospito).