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Casa popolare occupata a Scampia, uomini del clan Cancello inchiodati da un audio

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Sette persone vicine al clan Cancello sono state arrestate a Scampia con l’accusa di rapina, sequestro di persona, estorsione e lesioni, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Secondo quanto emerso dall’ordinanza di custodia cautelare, avrebbero costretto con violenza una famiglia a lasciare un’abitazione popolare regolarmente assegnata, impossessandosi anche della loro auto. I fatti sono documentati in una registrazione audio consegnata spontaneamente alla Polizia da una delle vittime, che ha permesso di ricostruire l’intera aggressione e di identificare gran parte dei partecipanti.

Tra gli arrestati figurano Elia Cancello, suo fratello Maurizio Cancello, il nipote Moreno Del Medico, e Ferdinando (Nando) Libero, genero di Maurizio. La violenza, le minacce — incluse frasi di stampo camorristico e minacce di stupro a una minorenne — e l’intimidazione esercitata in pieno giorno nel rione sono state ritenute emblematiche del controllo del territorio da parte del clan e registrate da una delle vittime con il proprio smartphone.

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Un audio — della durata di oltre cinque minuti — ha documentato quattro fasi distinte dell’episodio:

  • un primo contatto in cui Gennaro Cancello (figlio di Elia) invita le vittime a tornare sotto il palazzo;

  • l’affrontamento sotto l’abitazione con la presenza di Christian Iandolo, che intimerebbe ad una delle vittime la consegna delle chiavi dell’auto;

  • l’arrivo di altre persone — fra cui Elia e Maurizio Cancello — che, spalleggiati da astanti, avrebbero usato violenza e minacce (inclusi gravi insulti e minacce di morte e di stupro, attribuite a Moreno Del Medico);

  • la successiva fuga a piedi delle due donne, private anche del doppione delle chiavi di casa, mentre Elia Cancello rivendicherebbe pubblicamente il proprio dominio sul rione.

Dalla trascrizione si ricavano anche accuse specifiche: rapina (con l’acquisizione dell’autovettura), lesioni personali (una delle donne sanguinante alla bocca), minacce aggravate — fra cui frasi ad altissimo contenuto sessuale rivolte a una minorenne — e un chiaro richiamo al “potere camorristico” da parte di Elia Cancello (“comando io”, si legge nella trascrizione).

Nell’atto si segnala anche la partecipazione di Ferdinando (Nando) Libero, genero di Maurizio Cancello, che avrebbe avuto ruolo di istigazione e si sarebbe appropriato di chiavi dell’autovettura sottratta.

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