Una faida contro la famiglia reggente della zona di Casal di Principe. Un agguato camorristico avvenuto nel 1995. Due gruppi camorristici in rapida ascesa. Sono queste le tre storie collegate tra loro riportate alla luce questa mattina dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. Alcuni dei protagonisti di quell’assassinio di stampo camorristico erano in libertà. Nessuna condanna li aveva ancora colpiti per quel fatto di sangue del ’95. Fino a stamane. Gli uomini delle forze dell’ordine sono intervenuti in tre provincie diverse: Caserta, Milano e Sassari. L’assassinato, precisamente, fu un esponente di spicco della malavita di Casal di Principe dei primi anni 90: Antonio Mottola.
Il commando che si occupò dell’attentato, stando alle dichiarazioni dei pentiti Giuseppe Misso e Nicola Panaro, fu composto da Giuseppe Russo “o’ padrino”, Giuseppe Misso “caricallieg”, Nicola Panaro “o’ principino”, Oreste Caterino. Al Comando partecipò anche Bruno Salzillo col ruolo di palo. I dettagli rivelati dai pentiti sono stati preziosi per la ricostruzione della vicenda. L’omicidio di Antonio Mottola è storicamente collocato a cavallo dei periodi di egemonia della Nuova Famiglia capeggiata da Antonio Bardellino e l’ascesa dei gruppi Schiavone-Bidognetti e De Falco-Quadrano-Venosa. In quel caso, l’omicidio commissionato da Walter Schiavone, diede inizio all’epurazione della camorra casalese del passato, alla quale sarebbe succeduta in poco tempo quella che conosciamo oggi come egemone in terra di lavoro.
Per errore nella foto precedente era stata pubblicata una foto indicante Walter Schiavone (classe 81) che non centra nulla con il soggetto colpito dall’ordinanza. La redazione si scusa con il diretto interessato.