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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Castagne e funghi velenosi, come riconoscerli ed evitarli

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Arriva l’autunno e non si vede l’ora di “andare a castagne”. Si usa questa espressione proprio perché, se non si ricorre all’acquisto, le castagne, quelle “vere” vanno raccolte nei boschi. Quelle che infatti capita di vedere per terra lungo i viali di paesi e città, anche se all’aspetto sono belle grosse ed uguali a quelle vere, sono “castagne matte” o “castagne d’India” o castagne false o selvatiche e sono tossiche, non commestibili. Ogni autunno infatti, i pronto soccorsi e i centri antiveleni registrano parecchi casi di persone intossicate proprio per aver mangiato queste false castagne.

Da una recente relazione dell’Anses, l’Agenzia per la sicurezza alimentare francese, a seguito di uno studio sulla confusione tra le piante commestibili e tossiche, emerge che tra il 2012 e il 2018, di tutti i casi di intossicazioni, l’11% è dovuto all’ingesione di castagne “matte” e proprio per questo allarme, la stessa Anses ha pubblicato un’utile guida per informare i cittadini su come riconoscerle e sui rischi che si corre mangiandole. Tali intossicazioni non sono mortali, ma causano disturbi digestivi, dolori addominali, nausea, vomito o irritazione della gola. Di seguito una semplice guida per distinguerle facilmente ed evitare inutili intossicazioni.

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Non è difficile riconoscere le castagne buone da quelle matte. Se si conoscono le principali differenze è impossibile sbagliarsi, diversamente da quanto può succedere con i funghi che spesso sono talmente simili, quelli buoni con quelli velenosi, che le differenze spiccano solo all’esame di un occhio esperto.

Le castagne false sono i frutti dell’ippocastano. Questo albero, detto anche castagno d’India e il cui nome scientifico è Aesculus Hippocastanum, vive soprattutto lungo i viali e nei parchi delle città. Sono piante infatti usate soprattutto a scopo ornamentale e per creare ampie zone d’ombra. Già da questo si capisce che se i suoi frutti fossero buoni, sarebbe assurdo dover andare nei boschi per raccoglierle, perché le avremmo comodamente a portata di mano in città. Le sue foglie inoltre sono composite a formare una specie di foglia palmata. Le castagne buone sono i frutti del castagno europeo, nome scientifico Castanea sativa, una pianta longeva che può superare i 1000 anni di età e raggiungere i 20-30 metri di altezza e che in Italia vive nelle zone collinari e sub-montane di tutte le regioni. Le foglie del castagno, a differenza di quelle dell’ippocastano, sono singole, più piccole e seghettate.

Funghi velenosi: come riconoscere le varietà da evitare

I funghi velenosi contengono delle tossine nocive per la salute del nostro corpo. Il modo migliore per riconoscerli ed evitarli è seguire un corso di micologia oppure accompagnarsi ad un esperto quando si vuole andare per boschi. Ecco le principali varietà di funghi velenosi, che effetti possono avere e come riconoscerli.

Considerato il fungo velenoso per eccellenza, l’Amanita muscaria contiene una tossina chiamata muscarina che può avere effetti nocivi sul nostro sistema nervoso, provocando stati di agitazione e perfino deliri. Il suo aspetto può spesso ingannare perché è un fungo molto bello da vedere: un cappello che può arrivare ad un diametro di 20 cm, di colore rosso intenso con maculature bianche, un gambo sodo e bulboso alla base. Se avete mai visto il celebre cartone sui Puffi, sappiate che questa è la loro casa.

Il fungo Scleroderma Citrinus è una tipologia velenosa molto comune e facile da trovare. La sua caratteristica principale è l’assenza di gambo. Questo fungo assomiglia vagamente ad una patata anche per la sua forma sferica e per la superficie dura e spessa. Colore: giallino. Consigli: guardatelo ma non coglietelo.

Il nome dice tutto e se si chiama “malefico” un motivo ci sarà. Stiamo parlando di un fungo porcino molto nocivo per la nostra salute, che si presenta con un gambo sodo di colore tendente al rosso, più tozzo rispetto al cappello che si presenta in superficie di colore bianco e nella parte inferiore quasi arancione. Molto comune soprattutto nei boschi di latifoglie.

Bello da vedere, certo, ma non da mangiare: il fungo Amanita Gemmata è molto simile al più conosciuto muscaria e, come lui, è decisamente velenoso. Gambo sodo, alto fino a 15 cm, base bulbosa, cappello di colore giallo intenso con verruchine bianche.

 

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