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giovedì, Maggio 2, 2024
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C’è posta per te, polemiche dopo la puntata: perchè quella di Valentina e Stefano è una storia di violenza

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A Natale 2021 cascano le patatine dal tavolo. Lui le dice: raccoglile, lei dice: fallo tu con l’aspirapolvere perché sto facendo altro. Lui le pesta e dice: adesso fallo tu e impara a fare subito quello che dico“. È con queste parole che Maria De Filippi ha introdotto la storia di Valentina e Stefano, andata in onda sabato 7 gennaio a C’è Posta per Te. Una storia di violenza psicologica, continui soprusi e umiliazioni, servita in tavola al pubblico come la storia di un tradimento.

Valentina, dopo 16 anni di vessazioni da parte del marito, lo tradisce. Lui la lascia con 3 figli – i figli di entrambi – da mantenere, senza fornirle alcun tipo di sostegno, morale o economico. Così, la donna decide di riavvicinarsi all’ex marito e, per farlo, di rivolgersi al celebre format Mediaset condotto dalla De Filippi. Ciò che ne emerge, tuttavia, è spaventoso e raccapricciante. Perchè Valentina, da vittima, arriva a dover chiedere scusa a Stefano, carnefice, pur di riaverlo accanto a sé (e con lui gli aiuti di cui avrebbe comunque diritto). È questo il risultato della violenza psicologica. È questo il triste risultato di anni e anni di crudeltà e maschilismo: la totale demolizione della dignità di una persona. Al punto che non possa più ricomporsi, se non tornando dal proprio aguzzino, prostrandosi.

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Ma ancora più recriminante è la scelta della trasmissione di mandare in onda una storia di tale portata diseducativa. Andando a reiterare e rafforzare l’idea per la quale la responsabilità delle azioni maschili ricada comunque sulla donna, assumendo di fatto il ruolo di reazioni. Per questo e altri motivi, la puntata ha suscitato le più aspre critiche di personaggi dello spettacolo e politici, dei più e meno convinti femministi.

Non a caso, Stefania Ascari, deputata 5 Stelle, ha depositato un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio in merito alla vicenda. Rendendo pubbliche le sue intenzioni attraverso un post su Facebook. “Le notizie di cronaca parlano chiaro: nel 2022 sono state uccise 124 donne. Ogni tre giorni contiamo una vittima. I media e la televisione hanno la responsabilità di non promuovere esempi negativi e di avviare il cambiamento culturale necessario a sradicare gli stereotipi, i pregiudizi e la cultura del possesso. Se intendiamo contrastare seriamente la violenza maschile sulle donne, non c’è altra strada. Provvederò a depositare immediatamente un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio“.

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