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venerdì, Marzo 29, 2024
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Patto criminale tra i Cesaro e il clan Puca: gli affari, gli spari e i soldi alla mamma del boss

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Camorra, imprenditoria e politica al centro del mega blitz a Sant’Antimo contro il clan Puca, i Cesaro e altri clan. Vasta operazione dei Carabinieri del ROS, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Napoli e Caserta nonché dalla Compagnia Carabinieri di Giugliano in Campania. Hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, dal Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale nei confronti di 59 persone.

Le accuse

A vario titolo ritenute gravemente indiziate dei reati di associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale, tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco e di esplosivo, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, minaccia, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, favoreggiamento personale, rivelazione di segreti d’ufficio, tutti reati commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416-bis.1 cod. pen., al fine di agevolare le attività dei clan camorristici Puca, Verde e Ranucci operanti nel Comune di Sant’Antimo e limitrofi.

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Rapporti tra i Cesaro e il clan Puca

La localizzazione e l’arresto di uno dei destinatari della misura cautelare si trovava infatti  Svizzera. Il provvedimento cautelare, con cui viene disposta la custodia cautelare in carcere per 38 indagati. La misura degli arresti domiciliari per 18. Prsentazione alla Polizia Giudiziaria per due. Sospensione dai pubblici uffici per uno. Indagini svolte dall’ottobre 2016 al gennaio 2019, nel corso di una articolata manovra investigativa condotta dal Reparto Anticrimine di Napoli. Accertati i rapporti tra la famiglia Cesaro, noti imprenditori di Sant’Antimo, e il clan Puca.

I rapporti tra i Cesaro e il clan Puca

Riscontrando, in tal senso, il narrato di numerosi collaboratori di giustizia, con riferimento a interessi e a partecipazioni del sodalizio mafioso nel centro polidiagnostico “Igea” e nella galleria commerciale “Il Molino”, entrambi con sede a Sant’Antimo, risultate essere società di fatto tra i Cesaro (formali titolari) e il capoclan Puca Pasquale, detto Pasqualino ‘o minorenne. Esponenti del clan, al venir meno dei pregressi accordi, hanno reagito compiendo un attentato dinamitardo al centro “Igea” (7.6.2014) ed esplodendo cinque colpi di pistola all’indirizzo dell’auto di Cesaro Aniello, in sosta presso un autolavaggio (10.10.2015), episodi sui quali le investigazioni hanno fatto piena chiarezza.

La mamma di Pasquale Puca prendeva soldi dai Cesaro

Emblematica, in tal senso, appare altresì l’imputazione riconosciuta dal GIP per l’anziana madre del capo clan Puca Pasquale, donna che, destinataria della misura della presentazione alla PG, è chiamata a rispondere del reato di ricettazione aggravata dalla finalità mafiosa per aver nel tempo ricevuto danaro proveniente dai fratelli Cesaro, frutto delle società di fatto esistenti tra gli imprenditori e il figlio.

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