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Chiara Tramontano sulla sentenza Impagnatiello: “La nostra vita è finita tempo fa”

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Giulia era una donna coraggiosa, che ha cercato la verità a costo della morte. La sentenza di oggi per noi non rappresenta niente, perché la nostra vita è finita tempo fa. Ma il verdetto potrebbe essere importante per le nuove generazioni e per l’Italia intera. Un Paese ancora pervaso dal maschilismo, che ha paura delle donne“. Così Chiara Tramontano in un’intervista che Repubblica pubblica nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne e nel giorno della sentenza per Alessandro Impagnatiello, l’ex barman che nel maggio 2023 in provincia di Milano uccise la fidanzata Giulia, sorella di Chiara.

L’Italia – aggiunge Chiara Tramontano rispondendo alle domande – ha paura delle donne. Il motivo? Credo che, laddove ci sia una persona indipendente, forte e determinata, invece che esaltarla ne siamo spaventati. Siamo abituati da sempre a un Paese guidato da uomini in cui soltanto gli uomini hanno l’ultima parola. Il fatto che una donna possa dimostrarsi alla pari di un uomo è una bomba che potrebbe esplodere da un momento all’altro. E poi una mentalità che purtroppo abbiamo, e che hanno soprattutto gli uomini, è questa: se una donna è determinata, diventa una persona alla quale bisogna porre dei limiti“.

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Per Impagnatiello, che in un primo momento ha negato e poi ha confessato di aver ucciso a coltellate il 27 maggio 2023 la fidanzata incinta al settimo mese, le pm hanno chiesto alla Corte d’Assise di Milano la pena dell’ergastolo.

ARTICOLO PRECEDENTE – Chiesto l’ergastolo per Impagnatiello: “La gravidanza è stata condanna a morte di Giulia”

Alessandro Impagnatiello merita l’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi” per il femminicidio di Giulia Tramontano, l’ex fidanzata a cui tolse la vita con 37 coltellate mentre era incinta di sette mesi del loro figlio Thiago, il 27 maggio 2023. A dirlo sono i pm, durante la requisitoria contro l’ex barman, lunedì 11 novembre. Previsti anche l’intervento parte civile e l’arringa della difesa. I giudici della prima Corte d’Assise si sono riuniti alle 9.30. La procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello.

L’ex barman è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver ucciso la convivente. Deve inoltre rispondere di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere.

Un processo faticoso, non indiziario, un articolato dibattimento che ha consentito a tutte e parti di arrivare alla formazione della prova: la perizia disposta d’ufficio dalla corte d’Assise, tutte le testimonianze e il materiale prodotto hanno dato un apporto significativo e un quadro chiarissimo“. Così la pm di Milano Alessia Menegazzo inizia la sua requisitoria contro Alessandro Impagnatiello alla sbarra per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano e di Thiago, il bambino che portava in grembo. “Per Giulia restare incinta è stato firmare una condanna a morte“, ha aggiunto.

Impagnatiello ha confermato la sua responsabilità, ha ammesso i fatti quando aveva le spalle al muro, anche se ha tentato ancora una volta di manipolare la realtà dei fatti. La sua non è una confessione spontanea, ma ha parlato quando gli indizi erano schiaccianti“, aggiunge la rappresentante della pubblica accusa.

Oggi percorreremo brevemente le tappe fondamentali di un viaggio nell’orrore. Un orrore che ha portato all’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino, trucidati con 37 coltellate con inaudita violenza il 27 maggio del 2023“, le parole della pm.

La sentenza di Impagnatiello prevista per il 25 novembre

È attesa per il prossimo 25 novembre, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano. L’aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto alla Corte di Assise di Milano, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, la condanna all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno. L’ex barman è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Nell’udienza di oggi hanno poi preso la parola l’avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti e i difensori Giulia Geradini e Samanta Barbaglia.

L’omicidio del 27 maggio è solo l’epilogo drammatico di un piano omicidiario iniziato molti mesi prima“. Così la pm Alessia Menegazzo in uno dei passaggi della requisitoria nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, parlando di un “progetto mortale a lungo premeditato” per uccidere la compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi. “L’imputato – ha detto – programmava da mesi l’omicidio, tentando di eliminare madre e figlio con la somministrazione di veleno“. In aula intanto sono arrivati i familiari della vittima tra cui la madre Loredana Femiano, il padre Franco e il fratello Mario.

Alessandro Impagnatiello ha sempre agito in modo coerente alla sua “triade oscura“, come definita dai periti che lo hanno giudicato capace di intendere e volere. Triade composta, ha spiegato la pm Alessia Menegazzo nella requisitoria oggi in aula, da “tratti psicopatici, narcistici e macchiavellistici, con capacità di mentire e manipolare e con assenza di rimorso“.

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