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venerdì, Maggio 3, 2024
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Alleanza di Secondigliano e Paranza dei Bambini, 12 pentiti incastrano Ciro Contini

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Annullata l’ordinanza a carico di Ciro Contini, accusato dell’omicidio del giovane meccanico Luigi Galletta ammazzato il il 31 luglio del 2015. Questo l’esito della decisione del tribunale del Riesame di Napoli, X Sezione Coll. B, che ha accolto la richiesta degli avvocati Dario Carmine Procentese e Dario Vannetiello, smontando dunque le accuse della Procura contenute nell’ordinanza sull’indagine della Paranza dei bimbi. Per la DDA  Ciro Contini, (nipote del boss Edoardo Contini) giovane ras del clan dell’Arenaccia, sarebbe stato in compagnia di Antonio Napoletano detto ’o nannone”.

La vittima innocente fu ammazzata per punizione poichè non è stato in grado di fornire ai killer della paranza dei bambini l’informazione di cui in quelle settimane feroci erano a caccia: dove si nascondeva Luigi Criscuolo. Per questa ragione, nel giro di pochi giorni, è stato prima pestato a sangue e poi freddato.

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Contini era stato interrogato per rogatoria presso il carcere di Voghera Ciro Contini dal gip di Pavia alla presenza di suoi avvocati Dario Carmine Procentese e Dario Vannetiello. Le accuse contro Contini sono contenute nell’ultima ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto undici persone ritenute vicine ai Sibillo e ai Buonerba.

Contini era accusato anche di lesioni in seguito al pestaggio del meccanico, anche in questo caso le accuse sono cadute. Resta in carcere poichè su di lui pende l’accusa di associazione a delinquere.

In accoglimento delle approfondite questioni giuridiche formulate dagli avvocati Dario Vannetiello e Dario Procentese, il Tribunale di Napoli – decima sezione riesame – ha clamorosamente annullato in favore di Ciro Contini, soprannominato “o Nirone”, la ordinanza  di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli per l’omicidio Lugi Galletta ed eseguita in data 09.03.19.

L’azione omicidiaria, avvenuta il 31.07.15, si inserisce nella violenta faida tra il clan Sibillo ed il clan Buonerba, gruppi contrapposti ed operanti nel centro storico di Napoli, luogo questo dove sono avvenute le estorsioni alle  note pizzerie napoletane Sorbillo e De Matteo, vicende queste   agli onori della  cronaca negli ultimi mesi.

Due giorni prima dell’omicidio,  la vittima,  un giovane meccanico, fu picchiato violentemente sulla testa con il calcio di una pistola, con conseguente  trauma cranico, in quanto non volle rivelare il luogo ove si trovava suo cugino, Criscuolo Luigi, ritenuto affiliato al contrapposto clan Buonerba.

Purtroppo, due giorni dopo il pestaggio, i killer ritornarono presso l’officina colpendo Galletta  mortalmente  con plurimi colpi  di arma da fuoco diretti in zone vitali.

Nonostante  agli atti già vi era la ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Napolitano Antonio  “o Nannone”, seguita anche dalla sentenza di condanna in primo grado, la difesa di Ciro Contini è riuscita ad incrinare quello che appariva un solidissimo impianto accusatorio, sia con riferimento all’episodio delle lesioni gravissime sia con riferimento al brutale omicidio.

L’accusa poteva far leva, oltre che sulla intervenuta condanna  del correo Napoletano Antonio,   sul contenuto di numerosissime ed allarmanti  intercettazioni avvenute tra gli appartenenti al clan Buonerba  nonché sulle dichiarazioni del pentito Orefice Pasquale.

Infine, vi erano  le immagini del sistema di videosorveglianza di due bar adiacenti al luogo in cui avvenne il delitto le quali ritraevano  a bordo dello scooter utilizzato per l’omicidio un uomo con caratteristiche  fisiche compatibili con quelle di Ciro Contini.

Tutto questo, per sofisticate ragioni giuridiche sollevate dalla difesa del giovane, non è bastato per incastrare il nipote di colui che viene   ritenuto dagli inquirenti uno dei camorristi più lungimiranti, Edoardo Contini, detto “o romano”, cofondatore della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.

Viceversa, grazie ad un certosino degli inquirenti, ha retto l’altra  accusa mossa  dalla Direzione distrettuale antimafia, quella di aver Ciro Contini diretto ed organizzato negli anni 2013-2018 il clan Sibillo, anche e soprattutto dopo la morte di Emanuele Sibillo e la latitanza del fratello di quest’ultimo. A  suffragare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso un  numero impressionante di collaboratori di giustizia, ben dodici :  Esposito Bruno, Amirante Vincenzo, Esposito Domenico, Overa Maurizio, Scuotto Claudio, Esposito Carmine, Montesano Nunzio, Baldassare Assuntina, Orefice Pasquale, Piezzo Cristiano, Campanile Carmine, Buonocore Gennaro. 

Le dichiarazioni  dei pentiti appaiono riscontrate dalle intercettazioni avvenute presso la casa  di Adriano Contini, padre di Ciro, nonchè dalle intercettazioni avvenute  presso le abitazioni dei sodali del contrapposto clan Buonerba.

Inoltre, dagli atti investigativi  e dalle propalazioni di qualche  pentito emergerebbe   che, nel corso dell’anno 2018,  elementi di  vertice del clan Contini  avrebbero affidato proprio  a Ciro Contini, anche alla luce del pesante cognome che porta, la direzione ed organizzazione  dell’omonima  e storica consorteria camorristica, autorizzando costui a girare armato ovunque.

Non a caso, proprio di recente, in data 24.11.18, Ciro Contini fu inseguito e, dopo una spettacolare inseguimento, fu tratto in arresto per aver portato in luogo pubblico  una pistola 357 magnum con colpo in canna, pistola di cui cercò inutilmente di disfarsi durante la fuga.

Non resta che attendere il deposito della motivazione della sorprendente decisione con la quale il Tribunale di Napoli renderà note le ragioni per le quali ha condiviso le efficaci tesi difensive in merito alla  estraneità di Ciro Contini  all’omicidio  di Luigi Galletta.

 

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