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sabato, Maggio 4, 2024
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Ciro morto nell’incidente a Villaricca, la lettera della fidanzata: “I nostri sogni per sempre nel cassetto”

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Un terribile incidente nella notte a Villaricca, in provincia di Napoli, ha causato la morte di Ciro Calcagno, 34 anni, poliziotto dell’Upg di Napoli. Inutile la corsa in ospedale per il giovane che, si è schiantato contro una vettura che procedeva nel senso opposto. In auto, insieme a lui, anche la fidanzata Carla, che è rimasta ferita, ma che non sarebbe in gravi condizioni. Sono stati alcuni automobilisti che passavano in via Fermi e che hanno notato la scena, ad allertare i soccorsi.

Il 34enne è stato trasportato prima all’ospedale San Giuliano di Giugliano, per essere stabilizzato, poi all’ospedale La Schiana di Pozzuoli, ma lì il suo cuore si è fermato. Feriti in maniera non grave anche gli occupanti dell’altra auto. Ciro Calcagno era di Melito ed era molto noto in città. Sui social numerosi messaggi di cordoglio e un ricordo e profilo tracciato da un collega, Antonio Arciero: «Ho avuto la fortuna di lavorare con Ciro al V Nucleo del Reparto Volanti di Roma, di cui sono stato il funzionario responsabile dal dicembre del 2016 al febbraio del 2018, ma sono rimasto in contatto con lui anche successivamente e lui non ha mai smesso di seguire le mie attività attraverso i social – scrive il dirigente – Ciro era un poliziotto di strada, che amava follemente l’attività operativa. Per questo, il suo luogo di lavoro è sempre stato la sua amata Volante.

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Sapeva cosa significasse rischiare la vita ogni giorno e non si è mai tirato indietro di un centimetro, neppure nelle situazioni più rischiose e delicate. Oltre a tutto questo – aggiunge – aveva la straordinaria capacità di riuscire a sdrammatizzare anche i momenti più critici e pericolosi, attraverso la sua ironia tipicamente napoletana». «Anche oggi, di fronte al dolore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, avrebbe certamente trovato la forza di sdrammatizzare con una battuta» conclude.

La lettera della fidanzata:

“Tu mi hai fatto comprendere l’amore vero, fatto di follie, viaggi improvvisati, acquisti improvvisi perché “bell e buon si muore”. Io e te eravamo uguali, ci davamo agli altri senza riserve e rimanevamo male quando non ci tornava affetto. Io e te facevamo a gara a chi era più ambizioso nella sua carriera. Quando le cose non andavano bene dicevamo “c’amma fa, amma suffri prima di vedere il sole”, aspettando una gioia, una casa, un figlio che volevi sempre e che mi chiedevi e io puntualmente ti rispondevo “tutti i soldi che spendi per l’auto te facc spendere in pannolini” e tu rispondevi “Amen, vuless o ciel”. Nel frattempo pensavamo ai tuoi nipoti come il riflesso dei nostri figli, e ci mandavamo loro foto durante il giorno per rallegrarci e sorridere! Li amavo già da prima di conoscerli perché tu facevi amare tutto il tuo universo.
Tu mi hai fatto sedere alla tavola della tua casa facendomi sentire un pezzo di quella splendida famiglia da subito. Loro saranno sempre famiglia, perché per te erano la prima cosa.
Attraverso il tuo talento ho incontrato il mondo della Polizia di Stato, il sudore, la sofferenza, la passione. A loro va il mio grazie. Quello era il tuo universo, con loro passavi le tue giornate, e con Alfonso Amatino il tuo capo della volante, che per te era un “padre” lavorativo, una guida.. io ti prendevo sempre in giro, ti dicevo “siete come Dante e Virgilio in questo inferno”. Al di là di tutto abbraccerò sempre con onore questa divisa, così come l’avevo abbracciata con te.
Attraverso la tua passione ho incontrato il mondo delle automobili, in particolare quello dei ragazzi di SOMO che nell’ultimo periodo avevano capito con quanta dedizione ti davi alle cose e ti avevano incluso nell’organizzativo. A loro dico grazie perché eri entusiasta di questo nuovo progetto. Mi hai resa partecipe anche di quel mondo a me sconosciuto, così come solo un compagno di vita sa fare.
Tutti i nostri sogni insieme sono rimasti nei cassetti, ma i tuoi ideali cammineranno sempre sulle mie gambe, i tuoi ideali saranno miei. Me lo dicevi sempre “te sto criscenn ma devi essere meno fragile”. Ora solo tu mi puoi abbracciare e dare la forza, così come devi dare la forza a tutta la tua famiglia e ai tuoi amici, perché intorno si è fermato il mondo. Ti amo per sempre, tua pesciolona, angioletto della Thun, anima mia… come mi chiamavi sempre”
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