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sabato, Aprile 20, 2024
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Un’agenzia della camorra controllava il mercato dei fiori: prima il richiamo e poi le mazzate per chi si rifiutava di pagare

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Una sorta di monopolio che controllava le attività al Mercato dei Fiori. E’ quanto scoperto dalla magistratura e che ha portato alla condanna di 4 persone appartenenti al clan Cesarano. Un’agenzia di scarico merci imponeva un servizio non richiesto alle ditte del mercato per conto della terribile cosca camorristica operante nella periferia tra Castellammare di Stabia e Pompei.

Il processo, si legge su Il Mattino, ha portato alla condanna di quattro estorsori del clan Cesarano del rione Ponte Persica, dopo che almeno tre imprenditori erano finiti nella morsa della «Engy Service srl», una ditta nata poche settimane dopo la scarcerazione di Luigi Di Martino, soprannominato «’o profeta», oggi detenuto al regime del 41bis e investito dei gradi di boss dal capoclan Ferdinando Cesarano, il recordman italiano degli ergastoli (ne deve scontare una trentina), protagonista di una delle più sanguinose faide della camorra negli anni 80 e 90, che al carcere duro ha conseguito anche due lauree, senza mai pentirsi.

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Mercato dei fiori  – Le condanne

Per Di Martino, erano stati. chiesti nove anni di carcere, che il giudice ha però deciso di portare a dieci. Aniello Falanga è stato invece condannato a otto anni, Giovanni Cesarano (detto Nicola) a sei anni e mezzo, e. Luigi Di Martino o’ Cifrone a cinque anni e quattro mesi.

La ditta, seppur intestata ad un parente incensurato del Profeta, era, secondo il giudice, a tutti gli effetti del boss. Chiaro anche il quadro estorsivo che prevedeva un pagamento di 20 euro per ogni stallo di fiori scaricato, in alternativa ad un mensile di 1500 o 2000 euro a seconda del volume di affari.

Un’organizzazione quasi perfetta che prevedeva anche punizioni certe per chi si rifiutava di pagare. Al primo sgarro al mercato dei fiori scattava il richiamo, poi la minaccia ed infine il pestaggio.  Un’organizzazione sgominata grazie alle indagini delle forze dell’ordine che con un lavoro certosino sono riusciti ad acquisire prove e testimonianze, indispensabili per inchiodare i malavitosi.

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