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lunedì, Maggio 6, 2024
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Clan Mazzarella, stangata per boss e gregari: oltre due secoli di carcere

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Oltre duecento anni di carcere. Queste le condanne formalizzate nei confronti dei Mazzarella-D’Amico finiti nei guai nel maxi blitz di esattamente un anno fa quando i carabinieri eseguirono ventiquattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei ras del gruppo ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish), violazione alla normativa sulle armi e sugli esplosivi, estorsione e impiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche. Una vera e propria stangata per i capi del gruppo con Ciro Mazzarella che incassa 16 anni e 8 mentre Salvatore D’Amico ‘o pirata si vede confermare la richiesta del pm di 18 anni. Meglio è andata a Umberto Luongo che da un’iniziale richiesta di otto anni se l’è cavata con una condanna più mite: tre anni e quattro mesi. Merito della strategia difensiva del suo legale, l’avvocato Giuseppe Perfetto.

Tra le altre condanne vi sono Pasquale Ariosto 13 anni e quattro mesi, Salvatore Autiero 16 anni, Giovanni Borrelli 8 anni, Giovanni Catino tre anni e quattro mesi, Francesco Tabasco 5 anni e quattro mesi, Ester Urio 8 anni, Giacomo Urio 13 anni e quattro mesi, Giovanni Urio 10 anni e quattro mesi, Pasquale Urio 15 anni, Giovanni Improta 16 anni, Giovanni Musella 14 anni, Pasquale Nocerino 10 anni, Giovanni Salomone 14 anni, Gabriele D’Amico 13 anni e quattro mesi e 10 anni in continuazione per il collaboratore di giustizia Umberto D’Amico. Le indagini, condotte dal febbraio 2018 al gennaio 2020, consentirono di accertare diversi fatti, dimostrare la perdurante operatività del clan Mazzarella, diretto da Ciro Mazzarella e Salvatore D’Amico e il crescente interesse da parte del clan nel settore del commercio e della distribuzione degli idrocarburi, riscontrato dalle pretese estorsive avanzate nei confronti di un imprenditore del settore, nonché dall’acquisizione da parte di un affiliato di un’attività di distribuzione di carburanti nell’area di Fuorigrotta, nei pressi dello stadio Maradona.

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