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sabato, Aprile 27, 2024
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Colpo ai clan di Sant’Antimo, le mani della camorra sulle elezioni comunali

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E’ una vera e propria mazzata quella inferta questa mattina dai militari del Ros ai gruppi criminali di Sant’Antimo. Cinquantanove arresti nella notte in provincia di Napoli, decapitati i clan Puca, Verde e Ranucci, egemoni nella zona di Sant’Antimo ed hinterland. Ad eseguire l’ordinanza di arresti del gip del Tribunale di Napoli, su disposizione della Procura distrettuale antimafia, i carabinieri del Ros. Tra le accuse mosse ai destinatari della misura cautelare c’è anche la corruzione elettorale. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione e turbata libertà degli incanti. L’operazione nasce da un’indagine, coordinata dalla Dda partenopea, che svela la presunta connessione tra camorra, politica ed imprese nel tessuto sociale dell’area di Sant’Antimo. Nel corso dell’attività è stato effettuato un sequestro di beni per oltre 80 milioni di euro.

Il primo lancio sul blitz a Sant’Antimo

Dalle prime ore di oggi, i carabinieri del Ros stanno eseguendo una misura cautelare, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale procura distrettuale. La misura è a carico di 59 indagati. Sono accusati di numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa,  concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e  turbata libertà degli incanti. L’operazione colpisce i clan Puca, Verde e Ranucci operanti a Sant’Antimo e comuni limitrofi. Il blitz svela una fitta rete di cointeressenze sia in ambito politico sia imprenditoriale. Contestualmente è in fase di notifica anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro.

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