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lunedì, Maggio 13, 2024
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Condannato cancelliere del tribunale di Napoli Nord: si appropriava delle marche da bollo e le vendeva agli avvocati

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Condannato Angelo Chierchia, cancelliere in servizio al tribunale di Napoli Nord, finito a processo con l’accusa di peculato: dovrà scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione.

Oltre cento gli episodi di peculato contestati all’imputato. Chierchia infatti, venne ripreso dalle telecamere istallate dalla Guardia di Finanza all’interno del suo ufficio, mentre cedeva marche da bollo agli avvocati in cambio di denaro oppure quando si appropriava delle medesime marche, non apponendole sulle istanze, oppure asportando quelle che aveva incollato alla presenza degli avvocati. I numerosissimi episodi documentati portavano al suo arresto, effettuato proprio all’interno dell’ufficio posto al terzo piano della Procura di Napoli Nord, la cui perquisizione portava al ritrovamento di una consistente somma di denaro e di numerose marche da bollo nella sua scrivania.

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Ulteriori e più approfonditi controlli operati sulla documentazione rinvenuta nell’ufficio consentiva ai finanzieri di quantificare in circa 24000,00 € le somme sottratte tra il 2021 e 2022, mentre durante il periodo oggetto di osservazione con le telecamere la sottrazione sarebbe ammontata a circa 6000,00 €. A tale illecito meccanismo sarebbero stati estranei gli avvocati cui il cancelliere offriva i suoi servigi, poiché alle loro richieste di chiarimento in ordine alla offerta di valori bollati, lo stesso aveva risposto che si trattava di un servizio offerto dal Tribunale per facilitare le operazioni durante il periodo covid: in sostanza si evitava agli avvocati di accedere più volte nel medesimo ufficio per la scelta degli atti, la quantificazione degli importi e la successiva produzione della marca da bollo. Con tale sistema si risolveva tutto contestualmente. E che gli avvocati fossero estranei all’operatività di tale sistema la Procura ne traeva conferma nel loro comportamento: in parecchi attendevano l’apposizione della marca da bollo sull’istanza prima di allontanarsi, ma appena andati via, il cancelliere provvedeva a rimuoverla e rivenderla all’ignaro utente successivo.

La vicenda ha visto ben due pronunce di altrettante Sezioni della Cassazione chiamata a pronunciarsi sulla legittimità delle videoriprese effettuate dalla P.G. con il solo decreto di autorizzazione del P.M., sancendo definitivamente la piena utilizzabilità della “prova regina” a carico del cancelliere. Infatti, nel corso dell’udienza celebrata innanzi il GIP Dott.ssa Giuliano, il cancelliere ha reso una dichiarazione confessoria che indubbiamente ha avuto il suo peso sulla determinazione della pena. Il P.M. Dottssa Izzo, che con il Procuratore Aggiunto Dott.ssa Di Mauro ha condotto le indagini, nel corso della requisitoria, oltre a valorizzare il numero elevatissimo degli episodi in contestazione ha fatto anche leva sul luogo in cui venivano consumati i reati, luogo che non aveva avuto alcun effetto deterrente sui comportamenti dell’imputato: le stanze attigue a quelle dei P.M. e della Polizia Giudiziaria.

In considerazione della gravità della condotta, del ruolo lavorativo dell’imputato e per l’elevatissimo numero degli episodi contestati il P.M. chiedeva la condanna dell’imputato ad anni dodici di reclusione, da ridursi per il rito abbreviato prescelto, opponendosi fermamente alla concessione delle attenuanti generiche per l’assenza di qualsiasi forma di collaborazione da parte dell’imputato. La difesa del Chierchia, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Tuccillo e Francesco Ianniello, valorizzando proprio le dichiarazioni confessorie rese dall’imputato che, seppure tardive come evidenziato dal P.M., comunque contribuivano a dipanare ogni residuo dubbio sulla sua responsabilità facilitando in tal modo il lavoro del Giudice. Tale attività difensiva ha comunque dato i suoi frutti poiché il Giudice, non applicando il criterio invocato dal P.M. in ragione dell’elevato numero di reati “pena per la violazione più grave aumentata sino al triplo”, ha irrogato una pena di 5 anni cinque e 4 mesi di reclusione pur non riconoscendo alcuna attenuante. I difensori attendono il deposito della motivazione per determinarsi circa eventuali modifiche della misura cautelare cui ormai l’ex cancelliere è sottoposto.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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