Ci sono ancora troppi interrogativi dietro l’omicidio di Ciro Rapuano, garagista di 59 anniucciso nella notte del 4 settembre all’interno della sua abitazione di via Sant’Arcangelo a Forcella. In carcere è finita la moglie, Lucia Salemme, di 58 anni, accusata di omicidio volontario. La sua versione, però, non convince completamente gli inquirenti, che stanno indagando anche su un possibile misterioso ammanco di denaro.
La donna ha raccontato di essersi difesa da un’aggressione del marito, armato di coltello. Ma sul corpo della vittima sono state trovate quasi sessanta coltellate, un dato che fa sorgere molti dubbi sulla reale dinamica dei fatti e sulla sproporzione tra attacco e difesa. I risultati dell’autopsia effettuata nelle scorse ore, chiariranno quali fendenti sono stati letali e se Rapuano fosse o meno vigile.
Il caso si complica ulteriormente con l’apertura di un altro fronte investigativo. Negli ultimi giorni, infatti, la Procura ha acquisito alcuni post pubblicati sui social da parenti della vittima. In questi messaggi si mette in dubbio la versione della donna e si parla della sparizione di una somma ingente, stimata in circa 400mila euro, che si trovava nell’abitazione. Al momento, non ci sono riscontri ufficiali su questa cifra, ma gli inquirenti stanno approfondendo la questione, analizzando conti correnti e raccogliendo testimonianze.
A prendere pubblicamente le distanze dalla madre è stata la figlia Valentina, che non viveva con i genitori ma ha deciso di costituirsi parte civile con un legale. Inoltre, la sera del delitto, nell’appartamento erano presenti anche una delle due figlie della coppia e la sua bambina di sette anni, un elemento che aggiunge ulteriori interrogativi alla vicenda.
Nell’ordinanza di convalida dell’arresto, la giudice Alessandra Grammatica ha sottolineato l’importanza di verificare con precisione la versione fornita dalla Salemme, che ha denunciato di aver subito nel corso degli anni violenze e vessazioni da parte del marito, mai però denunciate prima.
Ora spetta al pool di magistrati coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone ricostruire la sequenza dei fatti, il contesto familiare e chiarire se rancori, segreti o interessi economici siano alla base di questa tragica vicenda.