“È un tumore, fa paura, se ti viene addosso sei finito”. Bastano queste poche parole per descrivere Michele Minichini (figlio del ras Ciro e di Cira Cepollaro) una delle nove persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina dai carabinieri di Castello di Cisterna su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia. Il giovane, classe 1990, studia da boss sin da ragazzino, e fa il salto di qualità quando il suo fratellastro Antonio (Antonio è il figlio di Anna De Luca Bossa, Michele di Cira Ceppolaro) muore ammazzato, per errore, nell’agguato di camorra del gennaio 2013 al rione Conocal il cui vero obiettivo era Gennaro Castaldi, entrambi uccisi dalla furia dei De Micco. Non solo. Minichini è divenuto un uomo di fiducia di Ciro Rinaldi, boss del rione Villa ma soprattutto il capo del cartello che comprendeva i Sibillo, i Reale, il gruppo di Luigi Esposito ‘o sciamarr e che si opponeva ai Mazzarella. Minichini viene indicato dagli inquirenti come esecutore dell’omicidio di Vincenzo De Bernardo avvenuto nel 2015: per quel delitto sono stati coinvolti lo stesso Ciro Rinaldi, Luisa De Stefano e Luigi Esposito. La controrisposta non si fece attendere con il ferimento di Antonio Amato, nel 2017, indicato come presunto specchiettista del delitto De Bernardo: per questa vicenda fu indicato come esecutore materiale proprio il nipote dello stesso De Bernardo ‘responsabile’ della morte del padre che pagò con la vita la sua parentela al giovane che partecipò all’omicidio di Emanuele Sibillo in via Oronzio Costa.
