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martedì, Aprile 23, 2024
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«Erano come le bandiere», le accuse contro i Lo Russo da parte dei clan di Scampia

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I Lo Russo durante la seconda faida di Scampia hanno tenuto un atteggiamento ondivago. Nessuna presa di posizione, nessuna scelta netta.  I ‘capitoni’ oscillavano tra diverse posizioni in una guerra di sopravvivenza che in quel periodo coinvolgeva un po’ tutti i clan dell’area nord. Sono queste le premesse dei verbali di Pasquale Riccio, ex affiliato al gruppo degli Abete-Abbinante prima di passare dalla parte dello Stato. «Quando sono stato scarcerato nel marzo 2011 dopo l’incontro a Milano con Arcangelo Abbinante per la guerra agli Amato-Pagano ebbi modo di avere diversi contatti con i Lo Russo che sono venuti da noi nelle palazzine delle Case celesti per sapere di quello che stava succedendo con gli Amato-Pagano. Io sapevo bene del legame esistente tra i Lo Russo e gli Amato-Pagano, ai tempi della faida del 2004 gli Amato-Pagano e i Lo Russo erano una sola cosa e hanno fatto anche reati insieme».

Poi il racconto continua:«Il loro interesse mi insospettì e chiesi quindi a Salvatore Scognamiglio quale fosse il loro ruolo, cioè se stavano dalla parte degli Amato-Pagano. Lui mi disse che facevano da mediatori, volevano la pace e non stavano con nessuno. Ricordo che Totore Scognamiglio disse che l’unico che faceva bordello ed era disposto a fare la guerra era Mariano Riccio che era troppo agitato mentre per il resto, come poi è stato,  gli Amato-Pagano si defilarono in buon ordine».

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