Si è concluso con un successo per la difesa il processo che vedeva imputati diversi soggetti ritenuti vicini al clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca per estorsione, usura, corruzione e una gara d’appalto truccata a seguito dell’inchiesta coordinata dai magistrati Simona Rossi e Graziella Arlomede della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. A processo erano finiti Francesco Ferrara, Antonio Sarracino, Gianfranco Caldarelli. Ferdinando Zivolo, Vincenzo Barbarisi Andrea Improta. Tutti sono stati assolti e una condanna lievissima per Emilio Chianese.
Erano stati invocati 8 anni e 8 mesi per Francesco Ferrara, alias Francolone di Villaricca, e 9mila euro di multa; 10 anni e 14mila euro di multa per Antonio Sarracino, il primo difeso dall’avvocato Michele Liguori ed il secondo dall’avvocato Marco Sepe; 9 anni e 6 mesi per Emilio Chianese, con 12mila euro di multa (proposta condanna anche per le accuse che il Riesame, ai fini cautelari, aveva annullato); due anni, con l’esclusione dell’aggravante mafiosa, per Gianfranco Caldarelli.
Uno dei protagonisti principali di questa inchiesta è certamente l’imprenditore di Trentola Ducenta Emilio Chianese, suocero dell’ex sindaco di Aversa, Alfonso Golia, accusato di usura con aggravante camorristica perpetrata ai danni di Giuseppe Giuliani, che poi si è tolto la vita. Le indagini, condotte dalla Dda, sono state avviate nel luglio 2018, proprio a seguito del decesso dell’imprenditore, il cui cadavere fu trovato presso un opificio in stato di abbandono a Giugliano.
Emilio Chianese (difeso dall’avvocato Mario Griffo) è stato assolto dalle gravi accuse e condannato a 2 anni e 4 mesi solo per l’articolo 318 del Codice Penale senza l’aggravante dell’articolo 7. L’accusa era quella di corruzione ma il reato, come richiesto dall’avvocato, è stato derubricato. Per er questo reato la prescrizione è di 7 anni e 6 mesi quindi ci sarà la prescrizione.
A Sarracino e a Chianese la Dda aveva contestato l’estorsione ai danni dei titolari e fratelli di una ditta edile: li avrebbero minacciati costringendoli a versare 12mila euro. Se non lo avessero fatto, i due avrebbero prospettato alle vittime di dover fare i conti “con i compagni a Villaricca” e per gli inquirenti il riferimento era al clan Ferrara-Cacciapuoti. La società taglieggiata era impegnata ad eseguire lavori di messa in sicurezza e bonifica di un capannone a Carinaro. Altro episodio di pizzo veniva contestato singolarmente a Sarracino sempre nei confronti degli stessi imprenditori finalizzato ad ottenere 30mila euro da destinare ancora ai ‘compagni di Villaricca’.
Nel collegio difensivo gli avvocati Nicola Filippelli, Mario Griffo, Michele Liguori, Gustavo Pansini, Marco Sepe, Ferdinando Letizia, Alfonso Oliva, Angela Boccia e Fabio Della Corte.