Aggrediscono il poliziotto che uccise il pizzaiolo-tiktoker, 4 arresti. I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Crotone hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Gip, 4 familiari di Francesco Chimirri, il 44enne ucciso il 7 ottobre scorso da un colpo di pistola sparato dal vice ispettore della Polizia Giuseppe Sortino dopo avere assistito ad un incidente stradale provocato dalla vittima.
I familiari di Chimirri
Sono indagati per il pestaggio al poliziotto e accusati, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto d’armi o oggetti atti a offendere e danneggiamento aggravato. Gli arrestati dunque sono appartenenti al nucleo familiare di Chimirri, il pizzaiolo tiktoker deceduto il 7 ottobre scorso, dopo una colluttazione con l’agente di Polizia Giuseppe Sortino, il quale nello scontro esplose al suo indirizzo un colpo di pistola.
I quattro sono stati individuati dagli inquirenti quali presunti responsabili del pestaggio ai danni del vice ispettore. C’è anche il figlio di Francesco Chimirri, Domenico, tra i quattro soggetti, tutti appartenenti al nucleo familiare, arrestati questa mattina. I fatti risalgono al 7 ottobre scorso. Chimirri, pizzaiolo di 44 anni, è deceduto dopo essere stato raggiunto da un proiettile esploso da un agente di polizia, al termine di una lite.
La ricostruzione degli investigatori
In base alla ricostruzione operata dagli investigatori, i 4 congiunti di Chimirri avrebbero aggredito senza motivo il vice ispettore Giuseppe Sortino il quale, mentre si stava recando presso la Questura di Crotone, aveva notato un’autovettura, che – si legge in un comunicato diffuso dai carabinieri – stava “percorrendo la Ss 106 a una velocità elevatissima, con un andamento potenzialmente pericoloso per gli altri utenti della strada e che aveva già cagionato due lievi collisioni con altrettanti veicoli, decidendo di seguirla e fermandosi nella via don Giuseppe Puglisi del quartiere Lampanaro di Crotone dove, dopo aver richiesto agli occupanti del veicolo, identificati nel defunto, Francesco Chimirri e nel figlio, delle delucidazioni sulla condotta di guida e d’identificarsi, è stato dagli stessi inizialmente percosso, anche mediante l’utilizzo del suo sfollagente, in dotazione individuale, che aveva adoperato solo per difendersi dal brutale pestaggio per farli desistere“.
Le immagini
Le varie fasi dell’evento sono state ricostruite con l’ausilio delle immagini delle telecamere di videosorveglianza private, dei video, realizzati da alcuni privati cittadini e “postati” sul social network Tik Tok, che avevano assistito all’evento dalle loro abitazioni, e grazie alle testimonianze, rese dagli altri soggetti, in grado di riferire sui fatti, dalle quali si è appurato che il poliziotto, prima percosso solo da Francesco Chimirri e dal figlio, era stato, successivamente, raggiunto anche dagli altri tre loro familiari, che – riporta la nota dei carabinieri – “hanno proseguito nella loro azione, in diverse fasi, cagionandogli delle lesioni gravissime che, solo per un mero caso fortuito e accidentale, non hanno condotto al suo decesso”.
“Qualificato come appartenente alle forze di polizia”
Uno di loro, imbracciando la pistola con cui Sortino aveva poco prima aveva esploso un colpo all’indirizzo di Chimirri, avrebbe tentato di sparargli, quando era per terra e in ginocchio. Dall’attività intercettiva sulle utenze telefoniche degli indagati, effettuata dai carabinieri, è emerso come il vice ispettore si fosse “qualificato come un appartenente alle forze di polizia” e i quattro, nonostante ciò, “avessero proseguito nella loro azione, tentando finanche di ucciderlo e danneggiando irreparabilmente il suo apparecchio cellulare dal quale, però, con l’ausilio di un consulente tecnico, nominato dalla Procura della Repubblica di Crotone, sono state recuperate delle fonti di prova indispensabili”. I quattro familiari di Francesco Chimirri sono stati trasferiti presso il carcere di Crotone, a disposizione dell’autorità giudiziaria.