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venerdì, Aprile 19, 2024
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Giugliano. Pizzo per il clan Mallardo, lascia il carcere ‘Armanduccio 29’

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Era detenuto nel carcere di Poggioreale perché condannato a 6 anni e 9 mesi per associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. “Vieniti a mettere a posto al Selcione”, avrebbe detto alla persona offesa, insieme al complice Cerqua Carmine.

Palma Armando, giuglianese classe 61, è stato scarcerato dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Presidente Serena Corleto, con concessione della detenzione domiciliare presso la sua abitazione di Giugliano in Campania. L’uomo, soprannominato “Armanduccio 29”, ritenuto un ras del clan Mallardo, è difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord.

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L’uomo era stato già scarcerato dal penitenziario di Vibo Valentia lo scorso anno dal Tribunale di sorveglianza di Catanzaro, Presidente Maria Teresa Carè, ma era poi ritornato in carcere per l’esecuzione della pena in regime detentivo.

I fatti

Era stata eseguita un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale della custodia in carcere emessa dal GIP presso ii Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Palma Armando detto Armanduccio 29, nato a Villaricca il 7.11.1961, per il delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo camorristico. II provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania, cui sono state delegate le investigazioni. Il provvedimento cautelare emesso conclude le attività di indagine avviate nell’ottobre del 2016, che avevano in precedenza consentito l’individuazione degli autori di un’attività estorsiva ai danni di un imprenditore di Giugliano in Campania impegnati nei lavori Piu Europa di rifacimento di una chiesa in via Camposcino.

La prosecuzione delle indagini, consistite principalmente in operazioni di intercettazioni e corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare che il Palma uno degli autori dell’estorsione – era affiliato di lungo corso del clan Mallardo, organizzazione camorristica operante sul territorio di Giugliano in Campania. Egli dunque, nel compiere l’azione estorsiva, non si era limitato a spendere la forza intimidatrice del clan Mallardo, ma aveva agito per conto del sodalizio, al quale è pienamente organico. Palma infatti percepiva dal clan la. “mesata” e, nel corso della detenzione in carcere, aveva continuato a riceve assistenza economica per se e per i suoi familiari, a suggello di un perdurante vincolo con l’associazione mafiosa. Proprio l’importo dello “stipendio” spettante all’indagato era all’origine di alcuni contrasti con i vertici dell’organizzazione, in quanto l’indagato rivendicava l’importanza e la durevolezza del contributo prestato alle attivita del clan Mallardo, ritenendosi perciò meritevole di uno “stipendio” dell’importo più elevato di quello che gli era stato riconosciuto.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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